Il metodo “Modi”, mai più compiti a casa.

Da circa un anno nella provincia di Biella, grazie ad un progetto sperimentale che coinvolge la scuola primaria e la scuola media, il sogno di tutti gli alunni e di molti genitori si è trasformato in realtà: mai più compiti a casa.

Lezioni mirate e niente esercizi una volta rientrati a casa, questo è il metodo “Modi”, così l’Italia guarda al modello della Finlandia.

Già in passato diverse sono state le iniziative, tra petizioni e appelli, per trasformare il metodo di apprendimento, finalmente da qualche mese si è passato ai fatti.

C’è un movimento su scala nazionale che ha deciso di percorrere un’altra strada: quella che, attraverso una diversa organizzazione del tempo-scuola, solleva gli alunni dal peso di faticosissime rielaborazioni casalinghe spesso con il coinvolgimento dei genitori.

«Modi», sigla che sta per «migliorare l’organizzazione didattica», è u progetto proposto dal pedagogista e funzionario del Ministero dell’Istruzione-Università-Ricerca Raffaele Ciambrone all’Ufficio scolastico provinciale, il piano prevede le lezioni in classe il mattino, attività di laboratorio nel pomeriggio e poi tutti a casa senza compiti.

Dal primo anno di sperimentazione ad oggi gli istituti comprensivi coinvolti nel progetto sono aumentati.

Ma soprattutto a distanza di un anno la situazione è cambiata, perchè l’esperienza positiva degli insegnanti che hanno partecipato ha stimolato quelli che erano scettici.

La sperimentazione di questo metodo prevede di abbandonare la tradizionale e rigida modalità organizzativa, che vede l’alternarsi continuo degli insegnanti, a favore di un maggior rispetto dei cicli di apprendimento dello studente.

Interrompere un argomento per riprenderlo due o tre giorni dopo, se non la settimana successiva, che significa per l’allievo stratificare contenuti non coerenti tra loro, con la conseguenza di un eccessivo sovraffaticamento cognitivo e, in generale, di un sovraccarico di lavoro.

Per questo la sperimentazione propone di affrontare un argomento senza interruzioni e di non abbandonarlo finché non è stato ben acquisito.

L’obiettivo del progetto è quello di mettere al centro dell’insegnamento il ragazzo, che a questo punto a casa non dovrà fare altro che rielaborare in maniera personale quanto è stato fatto in classe.

E sta diventando una realtà che nei prossimi anni potrebbe suggerire anche qualche tipo di riforma.

Anche perché l’insofferenza di mamme e papà per quantità sempre più gravose di compiti a casa sta crescendo.

E perché, senza la necessità di assegnarli, gli alunni meno fortunati, o addirittura quelli disabili, svolgono l’intero lavoro scolastico a scuola.

Come avviene in Finlandia, il paese con le performance dei propri quindicenni al top in Europa, dove il grosso del lavoro si svolge a scuola, e con meno ore di lezione.

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