Matteo Ricci – Sindaco di Pesaro

Matteo Ricci è un giovane sindaco di una città marittima. Nato a Pesaro, il 18 luglio 1974, con una storia famigliare e politica significativa.

I suoi nonni erano minatori e, fra le mille difficoltà di un mestiere pericoloso e poco riconosciuto, in un ambiente sociale non ricco, ma intellettuale molto attivo, Matteo Ricci ha cominciato a “respirare politica” fin da quando era giovanissimo. Una politica concreta, reale, legata al mondo che viveva. Una politica sofferta e vissuta.

Uno dei nonni aveva anche fatto il barista alla Casa del Popolo. La voglia di fare politica però nasce da un desiderio di riscatto sociale: da una famiglia di origini molto umili, che aveva conosciuto i sacrifici delle miniere del Belgio e la difficoltà che avevano provato gli italiani emigrati, hanno ispirato l’orgoglio per il “fare politica”. I nonni sono stati fondamentali nella formazione di Matteo Ricci, ma anche nella motivazione e nella voglia di dare orgoglio alla sua famiglia. Nonno paterno morto di silicosi a 60 anni e nonno materno morto per un tumore allo stomaco, come conseguenza dei fumi delle vernici dell’azienda dove lavorava.

Non è un caso che la sua tesi di laurea l’abbia dedicata proprio ai nonni. “Verso una Costituzione Europea”, questo il titolo del testo, scritto nel 2003, mentre si stava discutendo di un nuovo trattato europeo che però fu bocciato dalla Francia e dall’Olanda con il referendum popolare. Da allora, secondo Ricci, ci sono stati solo passi indietro, con un’Europa meno federativa. L’idea degli Stati Uniti d’Europa rimane un sogno a cui, paradossalmente, sta dando in qualche modo nuovo vigore e impulso l’epidemia di Covid19.

Come Sindaco di Pesaro, il suo impegno ha permesso alla città di recuperare spazio e visibilità. Di promuovere la cultura e, attraverso questa, il turismo. Di attrarre flussi economici verso la città.

Nel 2017, Pesaro è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Trampolino di lancio verso una strategia che vuole fare di Pesaro una delle città italiane più importanti dal punto di vista della cultura (Rossini Opera Festival e Mostra internazionale del nuovo Cinema, tanto per citare solo le manifestazioni principali).

Come molte città manifatturiere, anche Pesaro ha conosciuto un periodo di crisi a partire dal 2009: tante imprese hanno chiuso. La Banca delle Marche è andata in crisi. Lui è diventato prima presidente della Provincia, poi sindaco in questa fase di impoverimento e ha pensato, da subito, di rafforzare l’immagine della città, facendola diventare più competitiva per turismo e servizi, per recuperare manodopera persa nel settore manifatturiero.

Ha fatto perno sulle unicità della città. D’altra parte, come mette in evidenza lui stesso, «chi non comunica non esiste!». Concetto apparentemente banale, ma importante per una città di provincia come Pesaro. «Chi vuole comunicare tutto rischia di non comunicare nulla», occorre quindi selezionare gli elementi identitari della città, partendo dalla musica. Pesaro è la Città della Musica, da qui l’idea di un’economia che ruoti intorno alla musica. Grazie a questo progetto hanno ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO. Riconoscimento internazionale che dà una autorevolezza mondiale alla città e trasmette alla popolazione il messaggio che l’amministrazione fa sul serio.

A partire da questo riconoscimento, ormai tutti/e chiedono il simbolo di WePesaro: «la promozione della città dipenda da ognuno/a di noi», dice il sindaco. Una città attenta alla cultura musicale, ma anche alla qualità dell’ambiente: Pesaro, insieme a Bolzano, è da 3 anni la città dove si usa di più la bici. C’è una estesa e ben progettata “Bicipolitana”, ossia, una rete di piste ciclabili colorate e fortemente riconoscibili. Pur, per paradosso, essendo la terra dei piloti e dei motori! Pesaro, infatti, è un unicum mondiale di storia legata al mondo delle moto e dei motori.

Senza contare il turismo balneare e quello sportivo, rivolto a grandi manifestazioni sportive.

L’impegno di Matteo Ricci non si ferma al perimetro cittadino. Attualmente è presidente di ALI, l’Associazione della Autonomie Locali Italiani (area riformista di centro sinistra) e vice presidente di ANCI. La sua “lotta” è principalmente volta a contrastare la crisi economica, attraverso lo sviluppo degli investimenti. Come previsto dal Patto di Stabilità del 2016, che prevede la rimessa in moto degli investimenti.

Purtroppo, questi progetti hanno subito un freno inaspettato e inopportuno a causa dell’emergenza Covid-19. Anche Pesaro è stata duramente colpita in termini di vite umane perse. Come altre città, ha conosciuto lo strazio dei familiari per il divieto di celebrazione dei funerali per i propri cari e care. Oltre alle vite, questo periodo ha inoltre visto spegnersi la vitalità economica della città. E questa è l’eredità che le lascia il 2020, anche se Pesaro è una città dalle dimensioni europee, in quanto a uso dell’economia digitale. Non si è fermata nonostante il Covid1-9 e il lavoro da remoto è stato molto utilizzato, ma possiamo dire che ora la macchina è ferma ai box e vuole tornare ad andare in giro per il mondo, forte di Rossini come testimonial (150 anni nel 2018).

Se gli si chiede quali sono gli “investimenti” per il 2021 e il futuro, Matteo Ricci risponde che conferma la scelta culturale e la spinta a favore del nuovo turismo: maggiore ricettività e valorizzazione dei grandi spazi, come il Parco San Bartolo (falesia sul mare), le spiagge libere, i borghi, l’accessibilità ad altri parchi. Tutte risorse che vanno valorizzate maggiormente.

Il suo mandato di sindaco terminerà nel 2024, dopodiché gli piacerebbe fare politica a livello nazionale. Una politica in fermento, sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Concludendo l’excursus politico, infatti, si sofferma su un’analisi dell’era post-Trump: «abbiamo capito alla fine cos’è l’estremismo populista, per troppo tempo sottovalutato: odio, parole violente, generano violenza. Il fatto è grave perché gli USA, da sempre, sono esempio di democrazia e queste immagini hanno dato una botta forte a tutto il mondo. Gli USA hanno fatto una pessima figura e questa è una botta mondiale ai sistemi democratici in un mondo dove gli autoritarismi stanno aumentando. Un nuovo fascismo che incita il popolo alla violenza».

Noi, invece, vogliamo concludere questa intervista su Pesaro e sulla situazione politica, mettendo in difficoltà il sindaco e lo spingiamo a confidarci questioni personali. A svelarci il suo “lato umano”. Ad andare a scoprire chi è “Matteo”, con una domanda inaspettata «Qual è il suo piatto preferito?». E lui sorridendo si confida: «gnocchi all’anatra e Rossini, pizza rossa con uovo sodo e maionese».

Foto di Leonardo Mattioli

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