L’olio d’Oliva osservato speciale

L’olio d’oliva di qualità (dop-igp), da un po’ di tempo, è considerata una potente e trasversale arma da utilizzare in politica. La tradizione è stata confermata anche per le Elezioni Europee del 2019, con il trattato Ue-Marocco, nel mirino da tempo, che resta osservato speciale. Ma qual è lo stato dell’olio d’oliva in Italia? Per rispondere è necessario analizzare la ricerca più recente presentata nel nostro Paese sull’olio e firmata da Sol&Agrifood: il salone dedicato alle produzioni olivicole e alla birra di qualità ed è stata realizzata in collaborazione con Nomisma. Oltre 9 italiani su 10 consumano olio di oliva e 2 su 3 lo acquistano più volte al mese, selezionandolo principalmente in base all’origine ancor prima del brand e del prezzo. In particolare ad acquistare olio di qualità (Dop-Igp), secondo lo studio, è prevalentemente un uomo, over 45 anni, con posizione lavorativa stabile ed economicamente sicura, laureato o con un altro titolo di studio elevato. Nel periodo 2010-2017 il valore al consumo dell’olio extravergine d’oliva è cresciuto del 77%, passando da 65 a 115 milioni di euro. La Puglia è la regione che più di tutte in Italia deve fare i conti con le problematiche legate alla produzione dell’olio d’oliva. I principali sospettati del crac sono due: gelate e Xylella (il batterio che sarebbe alla base del disseccamento rapido degli ulivi). Gli agricoltori di Coldiretti e Unaprol hanno parlato di “400 milioni di euro perduti nel 2018” e di un “crollo della produzione del 65% con punte fino al 90%” che ha “gettato sul lastrico migliaia di aziende olivicole

di qualità (dop-igp), da un po’ di tempo, è tanto presente in cucina quanto in campagna elettorale. La tradizione è stata confermata anche per le Elezioni Europee del 2019, con il trattato Ue-Marocco, nel mirino da tempo, che resta osservato speciale. L’olio d’oliva è un ingrediente che va bene su tutto, anche in politica. E può essere, quindi, utilizzato da tutti. C’è chi difende i confini al grido di “mai olio tunisino, prima le olive italiane”; chi lotta per i produttori contrastando gli assalti del “prezzo vile”; chi accusa tutti per negligenza nella gestione delle emergenze (vedi il caso xylella in Puglia); chi si affida al calendario proclamando le “giornate dell’oro verde”, chi si schiera accanto ai coltivatori “ridotti in lacrime”. Ma qual è lo stato dell’olio d’oliva in Italia? La ricerca più recente presentata nel nostro Paese su questa preziosa risorsa, è firmata da Sol&Agrifood: il salone dedicato alle produzioni olivicole e alla birra di qualità ed è stata realizzata in collaborazione con Nomisma.

Il consumatore tipo

Oltre 9 italiani su 10 consumano olio di oliva e 2 su 3 lo acquistano più volte al mese, selezionandolo principalmente in base all’origine ancor prima del brand e del prezzo. In particolare ad acquistare olio di qualità (Dop-Igp), secondo lo studio, è prevalentemente un uomo, over 45 anni, con posizione lavorativa stabile ed economicamente sicura, laureato o con un altro titolo di studio elevato. Per Nomisma, due italiani su dieci comprano alimenti Dop-Igp abitualmente e questa propensione all’acquisto e la sensibilità nei confronti di questi marchi sono maggiori nelle grandi città e in generale nel centro Italia. Alcune “famiglie”, inoltre, risultano più attente alla qualità dei prodotti alimentari: si tratta di nuclei con figli conviventi in cui il responsabile degli acquisti è donna, over 45 anni e con titolo di studio elevato.

Il valore dell’oro verde

Nel periodo 2010-2017 il valore al consumo dei prodotti Dop e Igp è cresciuto del 79%, passando da 8,2 a 24,7 miliardi di euro. Trend di crescita simile (+77%) per l’olio extravergine, col giro d’affari dell’oro verde che passa, sempre nel periodo 2010-2017, da 65 a 115 milioni di euro.

I 21 milioni di ulivi persi per sempre

La Puglia è la regione che più di tutte in Italia deve fare i conti con le problematiche legate alla produzione dell’olio d’oliva. I principali sospettati del crac sono due: gelate e Xylella (il batterio che sarebbe alla base del disseccamento rapido degli ulivi). Gli agricoltori di Coldiretti e Unaprol hanno parlato di “400 milioni di euro perduti nel 2018” e di un “crollo della produzione del 65% con punte fino al 90%” che ha “gettato sul lastrico migliaia di aziende olivicole”.

La “strage”, secondo le associazioni di categoria, ha devastato 21 milioni di ulivi deturpando il patrimonio paesaggistico “con un danno stimato, per difetto, in 1,2 miliardi di euro anche per via del dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale”.

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