LoDal Giappone il mondo all’infinito di Yayoi Kusama

Considerata una delle più grandi artiste contemporanee, Yayoi Kusama nasce nel 1929 a Matsumoto in Giappone dove si forma artisticamente nella tradizionale e rigorosa pittura giapponese chiamata Nihonga.I genitori le impartiscono da subito un’educazione oppressiva e ripetuti e perversi abusi mentali generando nella giovane compulsioni, allucinazioni e nevrosi. A dodici anni, durante una crisi, i disegni della tovaglia si moltiplicano improvvisamente nella sua mente, nel suo corpo e in tutta la stanza.
Diventeranno proprio le immagini riprodotte all’infinito la sua firma artistica. Famosi i pois con i quali  l’artista ci parla del cosmo nel quale perdersi, della circonferenza della terra, del sole e della luna. Nel  1958, su consiglio dalla pittrice americana Georgia O’Keeffe si trasferisce a New York dove frequenta la Factory di Andy Warhol, fa uso di droghe pesanti e diventa presto icona della Body Painting, degli Hippy e dei movimenti pacifisti. Con la O Keefee, si creerà un rapporto a distanza che durerà fino alla morte di quest’ultima.
Tornata in Giappone conosce l’oblio e la depressione e saranno necessari due decenni prima che il suo paese di origine e il mondo intero possano riabilitarla come artista.
La vita intera di Yayoi Kusama è stata scandita da visioni, voci interiori e ossessioni ma contraddistinta dal dono potentissimo di saper utilizzare l’arte come mezzo salvifico per dominare le proprie nevrosi trasformandole in arte e riuscire a creare un personale e unico linguaggio.
Dal 1977 vive per scelta in un ospedale psichiatrico ma ogni mattina continua a recarsi nel suo atelier dall’altra parte della strada dove ancora oggi  all’eta di 91 anni lavora ininterrottamente.

Nel 1966 realizza “Narcissus Garden” per la sua partecipazione non ufficiale alla 33° Biennale di Venezia. Millecinquecento sfere di plastica specchiata a riflettere il narcisismo del visitatore al quale avrebbe venduto la sfera per due dollari se questo si fosse soffermato sulla propria immagine riflessa. Oggi l’installazione continua il suo giro itinerante per il mondo ma le sfere sono di metallo.
Nel 1993 produce per la Biennale di Venezia “Infinity Mirror”, una sala di specchi invasa da piccole sculture a forma di zucca, simbolo che rappresenta l’alter ego dell’artista.

Oggi è considerata l’artista vivente più popolare e più cara del mondo. Nel 2014, Sotheby’s New York ha venduto un suo lavoro per 7.1 milioni di dollari.
Nel 1967 ha creato la “Kusama “, linea di abiti e tessuti partecipando a sfilate negli Stati Uniti e in Europa. Nel 1969 ha aperto la sua prima boutique. Oggi collabora con case di moda del calibro di Louis Vuitton e Lancome.
La sua ultima mostra in Giappone  “Zero Infinity Zero” si è tenuta presso il Yayoi Kusama Museum di Tokyo nel 2020.
Per festeggiare il 20° anno dall’apertura, la “Tate Gallery”di Londra, espone fino all’11 maggio 2021 due delle installazioni più famose e immersive della Kusama : le “Infinity Mirrored Rooms”
La prossima mostra itinerante dell’artista arriverà in Europa a settembre del 2020 e partirà dal “Gropius Bau di Berlino “, ad aprile 2021 si sposterà al Museo “Ludwig”di Colonia per concludersi ad ottobre 2021 presso la Fondazione “ Beyeler”a Basilea.
La mostra non ha ancora un titolo.

Moltissimi i libri scritti sull’artista giapponese, diversi anche in formato per bambini con le ioniche immagini delle sfere da colorare. Il più famoso, “Infinity net”, l’autobiografia.
Il 13 settembre 2018 è uscita in Russia la prima del film documentario “KUSAMA – INFINITY”
diretto e prodotto da Heather Lenz.
Nel 2018 e nel 2019, a mezzo comunicato web, Yayoi Kusama si dissocia da opere e merci che violano il suo Copyright e che vengono vendute su negozi on-line, siti web, musei e gallerie. (www.yayoi-kusama.jp)

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