Lo sviluppo del pensiero anatomico, un evento mostra a Roma

Arte e Scienza si fondono insieme al Palazzo delle Esposizioni a Roma, dove la mostra “Sublimi Anatomie”, in programma dal 22 Ottobre al 6 Gennaio 2020, fa una vera e propria cronistoria dell’evoluzione dello studio (Scienza) e della rappresentazione (Arte) del corpo umano. L’ouverture avviene con due manichini anatomici ottocenteschi rappresentanti i sistemi muscolare e vascolare superficiali, poi le tavole anatomiche disegnate a mano nel 1600 lasciano immediatamente di stucco, dettagliate e “sublimi” da apparire stampate con tecniche moderne. Questa prima sala chiarisce immediatamente la direzione della mostra: l’intimo rapporto tra gli albori dell’anatomia e l’interesse spasmodico degli artisti del tempo di rappresentare il corpo umano nella maniera più fedele e perfetta possibile. Le cere anatomiche della collezione de La Specola possono sembrare vere anche ad un occhio allenato, e il loro livello di dettaglio e di precisione può incutere disagio anche ai meno sensibili: l’ossessione di capire l’interno per rappresentare l’esterno qui raggiunge la perfezione. Molto importante è il tema dell’utero, del quale troviamo modellini recenti del XX secolo, e della donna gravida, della quale troviamo statue in terracotta di G.B. Manfredini, che prendono una sala intera proprio per far capire quanto lo studio dell’apparato riproduttivo femminile, e quindi dell’origine della vita umana, abbia avuto un’attrattiva molto forte, tanto per l’artista quanto per l’anatomista. Arrivando poi in tempi più recenti le ceroplastiche di Pacini e i suoi studi sui recettori tattili meritano senz’altro particolare attenzione. Attenzione catturata fortemente dal lavoro di Dennis Oppenheim, che con l’aiuto del figlio registra un “2-Stage Transfer Drawing”: due filmati rappresentanti la traduzione in simultanea del disegno tracciato sul dorso del ricevente attraverso il suo sistema sensoriale: “l’esternalizzazione di un corpo che trova nell’altro il mezzo e il luogo del gesto artistico” e simbologia di rottura dei confini temporali attraverso un continuum padre-figlio.La mostra rimane un vero e prrio evento a Roma una chicca anche perché con lo stesso biglietto si ha accesso anche alle mostre “La meccanica dei Mostri”, dove sono presenti le creature di Carlo Rambaldi, il pluripremiato premio Oscar per gli effetti speciali nel cinema (ha dato vita ad E.t.!), e “Tecniche d’evasione”, che attraversa gli anni ‘60 e 70’ di un insieme di artisti ungheresi dissidenti.Visitarla vuol dire oggi riappropriarsi di una conoscenza che ci appartiene e che ci rende umani.

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