“ LO SPAZIO MORALE. ARCHITETTI NELLA COOPERAZIONE TRA SOLIDARIETA’ E SOSTENIBILITA’”. LA MOSTRA DELL’ARCHITETTURA UMANITARIA E DELL’EMERGENZA.

“ LO SPAZIO MORALE. ARCHITETTI NELLA COOPERAZIONE TRA SOLIDARIETA’ E SOSTENIBILITA’”.

LA MOSTRA DELL’ARCHITETTURA UMANITARIA E DELL’EMERGENZA.

“Lo Spazio morale. Architetti nella Cooperazione tra solidarietà e sostenibilità”. La mostra itinerante, organizzata dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori (CNAPPC) e da 18 organizzazioni no profit costituite da architetti e da profili interdisciplinari, parte da Trani e fino al 31 dicembre approderà in 13 città. Dopo molti anni di disinteresse, nell’ultima decade finalmente l’architettura ha riscoperto la sua vocazione umanitaria. La rassegna infatti, in 37 pannelli, illustra parte dell’impegno civile degli architetti italiani che operano in situazioni emergenziali e critiche, nell’ambito della cooperazione internazionale, a favore di popolazioni svantaggiate e in pericolo ed in territori colpiti da disastri e calamità, devastati da conflitti armati o interessati da marginalità urbane e sociali oltre che da povertà diffuse. Architetti che portano il valore dell’architettura ove c’è più bisogno per promuovere la cultura del diritto per tutti ad un habitat decoroso soprattutto in contesti quali quelli dell’accoglienza, della scuola e dell’assistenza sanitaria. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) il numero di persone costrette a lasciare la loro dimora in fuga da qualche crisi ha oltrepassato la soglia critica dei 70 milioni. Questa cifra esorbitante, in continua crescita, è specialmente emblematica perché per la prima volta raggiunge quella dei profughi nella più grande crisi umanitaria della storia moderna: la Seconda Guerra Mondiale. Le crisi oggi sono sempre più estese, diffuse, protratte e complesse. Si fugge da conflitti, da contesti ideologici asfissianti, da società sempre più polarizzate, ma soprattutto si fugge da realtà geografiche in cui gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più devastanti. Questo desta particolari preoccupazioni perché coincide da una parte con un calo drastico degli investimenti destinati agli aiuti umanitari e dall’altra con un questionamento della loro effettiva legittimità ed efficacia.

Per tale motivo quella umanitaria è una sfida che oggi richiede un contributo sempre più strategico e professionalizzato. Cooperazione, solidarietà, sostenibilità sono tre termini che coniugano un apporto sinergico ai temi dello sviluppo sostenibile nell’ambito dei rapporti con le comunità economicamente e socialmente svantaggiate in Italia ed all’estero, concorrendo a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni beneficiarie per il superamento di condizioni di emergenza e nell’assicurare il soddisfacimento di bisogni primari dello sviluppo. Considerando che, così come sancisce la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, quello ad un habitat dignitoso, sano e sicuro è uno dei diritti fondamentali (Art. 21.1) capiamo quanto il ruolo degli architetti possa essere essenziale. Per Giuseppe Capocchin, Presidente del Consiglio Nazionale “l’architettura umanitaria e dell’emergenza rappresenta in maniera emblematica il ruolo sociale e la funzione civile della nostra professione. Gli scenari di calamità, conflitti, accoglienza sono temi ineludibili dei quali gli architetti si fanno sempre più carico, confermando ancora una volta attraverso la creatività e comprensione dei problemi sociali, la propria funzione al servizio delle comunità”. “La mostra – spiega il Consigliere Walter Barricchi – intende sottolineare l’importanza di un settore che impegna tanti architetti e il cui valore è riconosciuto dalla comunità internazionale. Con questa iniziativa il Consiglio Nazionale vuole anche evidenziare come la progettualità giochi sempre di più un ruolo determinante anche nel settore umanitario dove il costruire, in senso lato, rappresenta concretamente un atto di responsabilità sociale e ambientale”. Dal padre morale di questa disciplina, Hassan Fathy, grazie al contributo di professionisti del calibro di Alejandro Aravena Shigeru Ban, Balkrishna Doshi e alla straordinaria esperienza di Fabrizio Carola, gli architetti si sono resi conto che anche in contesti più estremi e critici è possibile fare architettura. Anzi proprio in essi l’architettura riscopre orizzonti di ricerca estremamente stimolanti. La mostra è realizzata in collaborazione con: AfricaBougou associazione onlus; Archintorno associazione di promozione sociale; Architetti di Strada; Architetti senza frontiere Italia; Architetti senza frontiere Sicilia e Calabria; Architetti senza frontiere Toscana; Architetti senza frontiere Veneto; AK0 Architettura a Kilometro zero; Architettura senza frontiere onlus; Architettura senza frontiere Piemonte; Arcò – Architettura e Cooperazione; La Scuola di Arcò; Associazione Balouo Salo; Atout African Arch. It; Kallipolis; Liveinslums ong; Verso.

Le tappe della mostra

Trani 25 settembre – 1 ottobre

Chieti 2 – 11 ottobre

Grosseto 9 – 18 ottobre

Pescara 16 – 25 ottobre

Sassari 30 ottobre – 8 novembre

Siena 23 ottobre – 1 novembre

L’Aquila 6 – 15 novembre

Potenza 13 – 22 novembre

Varese 20 – 29 novembre

Napoli 27 novembre – 6 dicembre

Pordenone 4 – 13 dicembre

Vicenza 11 – 20 dicembre

Lucca 18 – 31 dicembre

In programma per l’inizio del 2021 le tappe di Reggio Emilia e di Forlì.

Per concludere, la rassegna presenta una selezione che testimonia le profonde motivazioni etiche e sociali, l’esperienza, l’umiltà dell’ascolto e del fare di tanti architetti che nel loro operare silenzioso realizzano opere fondamentali nelle realtà sociali più estreme.

 

 

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