L’idrokinesi nella riabilitazione del ginocchio

Che ci sia un trauma diretto all’articolazione oppure degli esiti di chirurgia del ginocchio, portare il paziente in acqua può garantire una ripresa più veloce. Nel caso di una protesi di ginocchio, che sia essa totale o solo parziale, possiamo portare il paziente in acqua non appena le condizioni mediche dell’assistito lo permettano; questo vuol dire spesso poter portare il paziente a lavorare in vasca già in quarta giornata post-operatoria, o comunque non appena rimosso il drenaggio. Ovviamente la ferita chirurgica va isolata con degli speciali cerotti a tenuta stagna affinché non entri in contatto con l’acqua. Portare così velocemente il paziente in vasca ci permetterà di diminuire il gonfiore e favorire il drenaggio del versamento attraverso la pressione positiva che l’acqua esercita sui tessuti; inoltre si lavorerà fin da subito sullo schema corretto del passo, anche senza l’aiuto del deambulatore, sfruttando semplicemente il livello di acqua più alta che possiamo avere nella vasca ed avendo quindi il paziente immerso fin sopra le spalle. Poiché si protesizza la maggior parte delle volte un paziente anziano, lavorare protetti dall’acqua azzera non solo il rischio di cadute, ma anche la paura stessa che il paziente può provare nel riprendere a camminare con l’impaccio dei bastoni canadesi e la forza di gravità completa. Inoltre sfruttando il galleggiamento del corpo del paziente, ma anche utilizzando ciambelle e tavolette, avremo immediatamente la possibilità di mobilizzare l’articolazione aumentandone fin da subito l’arco di movimento e, come già detto, favorendo il drenaggio del versamento.

Ma portare il paziente in acqua è validissimo per gli stessi identici motivi anche in un ginocchio operato per pulizia meniscale o per ricostruzione dei legamenti, siano essi crociati o collaterali. Nelle proposte degli esercizi in caso di un paziente-atleta verrà enfatizzata la ripresa del controllo e della percezione dell’articolazione sfruttando sequenze di esercizi specifiche, migliorando così la propriocettività. Esiti di distorsioni di ginocchio o di fratture ossee possono trarre grandissimo beneficio dall’idrokinesiterapia. In seguito alla rimozione del gesso o comunque al via libera del medico, si può entrare in acqua per lavorare in sicurezza e minimizzando il dolore dello sblocco articolare effettuandolo in maniera delicata e controllata sull’arto rimasto immobilizzato. Anche qui recuperare lo schema del passo, il tono-trofismo dell’arto fratturato e la corretta ripartizione del peso corporeo su entrambi i piedi è possibile effettuarlo precocemente grazie all’ambiente microgravitario che l’acqua ci offre. È quindi evidente come approcciare ad un ginocchio sfruttando l’idrokinesiterapia permette al paziente una ripresa più veloce dell’autonomia, della vita quotidiana e dell’attività sportiva. Avere benefici evidenti già dalla prima seduta è possibile, riducendo così tempi e costi dell’iter riabilitativo.

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