Le patologie del rachide ed il loro trattamento.

La nostra colonna ci sostiene in continuazione e tutto si aggancia, origina e prende vita da e attraverso lei. Averne cura è un obbligo, al fine di garantirsi una qualità della vita superiore alla media! Purtroppo il lavoro, i divani, le sedie, le poltrone, i sedili delle auto e chi più ne ha più ne metta non sempre rispettano la fisiologia del corpo umano, e finiamo quasi tutti per chiuderci in atteggiamenti posturali che risultano comodi solo perché ci facciamo vincere dalla forza di gravità, ma che sono quanto di più dannoso possiamo procurare alla nostra colonna. Il danno avviene in maniera lenta e graduale e si fa sempre più fatica a restare, e spesso anche solo a ri-trovare, la postura corretta sia in piedi che da seduti. Questi atteggiamenti scorretti possono evolvere in vere e proprie alterazioni dello scheletro, in prima sede causate dall’accorciamento delle strutture muscolari e tendinee implicate. Questi paramorfismi sono spessissimo reversibili attraverso corrette norme di igiene posturale e affidandosi un fisioterapista per la rieducazione posturale individuale. Dei paramorfismi fanno parte la postura iperlordotica, gli atteggiamenti scoliotici, la fase iniziale di ipercifosi dorsale ed il suo opposto, il dorso piatto. Sono tutti stadi precursori di dismorfismi e nella colonna vertebrale spesso, se non si effettua nessun intervento correttivo sulla postura, possono evolvere e strutturarsi anche modificando in modo irreversibile alcune strutture ossee. Per i paramorfismi l’intervento correttivo spesso è da effettuare a tutto tondo, partendo soventemente con una ristrutturazione degli appoggi dei piedi ed una loro necessaria sensibilizzazione, modificando in questa maniera tutto l’assetto posturale ascendente.

Per i dismorfismi spesso tutto questo deve essere affiancato da busti correttivi o addirittura da interventi chirurgici, soprattutto per quello che riguarda le rotoscoliosi importanti. Traumi diretti a livello della colonna possono causare fratture vertebrali: le fratture dorsali, la quale causa preponderante sono i crolli spontanei dovuti all’osteoporosi, spesso sono sostanzialmente innocue e possono presentare dolore a livello del soma vertebrale interessato con irradiazione a livello intercostale delle radici nervose. A livello cervicale un trauma diretto può avere conseguenze molto gravi o fatali, ed essendo il segmento vertebrale con più libertà di movimento è anche quello più fragile ed esposto a traumi distorsivi. La fratture più frequenti sono quelle delle prime vertebre, atlante ed epistrofeo, meno frequenti quelle delle altre cinque, ma tutte possono avere delle implicazioni neurologiche importanti. Per quanto concerne le vertebre lombari e sacro-coccigee cadute accidentali, in particolare di sedere, possono portare a lussazione anteriore o frattura del coccige, frattura sacrale o lombare. Se per il coccige le implicazioni neurologiche possono essere trascurabili (la problematica maggiore è il dolore da carico in posizione seduta) a livello sacrale e soprattutto lombare possono essere associati esiti neurologici agli arti inferiori. Le fratture vertebrali trovano come indicazione di trattamento l’intervento chirurgico (fusione spinale, cifoplastica, vertebroplastica) oppure la terapia conservativa attraverso l’utilizzo di ortesi, riposo e fisioterapie strumentali. Più frequenti nella pratica clinica è tutto il settore delle algie vertebrali. Le cause sono: i paramorfismi già sviscerati, traumi pregressi alla zona interessata, interventi chirurgici, lavoro al videoterminale senza rispettare le norme di igiene posturale e di medicina del lavoro, uso intensivo e professionale di auto,camion, bus e mezzi a due ruote, soprattutto per quanto riguarda il peso del casco. Tutti questi fattori di stress possono portare ad alterazioni della postura, della meccanica vertebrale e della struttura dei dischi intervertebrali, con conseguente probabilità di protrusione o ernia discale, contratture muscolari e modificazioni strutturali del soma vertebrale. Qui l’impiego dei trattamenti conservativi attraverso la correzione delle abitudini dannose, il lavoro in postura per il riequilibrio delle catene cinetiche, la terapia manuale per la riduzione delle tensioni muscolari e l’eventuale manipolazione vertebrale trovano ampio spazio assieme all’eventuale terapia farmacologica assegnata dallo specialista.

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