Le due torri a Bologna

A Bologna, in pieno centro, svettano due torri simbolo della città: La Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda. Sono le due più alte fra le 20 torri che sono sopravvissute al passare dei secoli. Infatti, sono in molti fra gli storici a pensare che bologna è stata un tempo costellata di torri, intorno a 100-150 unità. La loro funzione non era solo strategica e militare, ma anche per sfoggiare, in senso architettonico e quindi in termini di disponibilità economica, il prestigio delle famiglie proprietarie.

Torre degli Asinelli, costruita appunto dalla famiglia Degli Asinelli intorno al 1100, da torre di osservazione militare venne convertita, dopo la dipartita della famiglia, in prigione e fortino. La sua storia è ricca di eventi curiosi: Nel 1513 fu colpita da una palla di cannone di 8 libbre sparata da porta Maggiore in occasione di alcuni festeggiamenti che però non ne scalfì l’integrità; Fu interessata da numerosi incendi, che interessarono solo le scale interne in legno; Molti fulmini s’accanirono per oltre 7 secoli sulla torre fino a che, nel 1824 non venne installato un parafulmine. Oggi è possibile visitarla risalendo le scale interne per ammirare dall’alto dei suoi 97 metri una vista mozzafiato. Il poeta Johann Wolfgang Von Goethe descrive la vista offerta dalla terrazza così: «Sul far della sera, mi sono finalmente appartato da questa antica città veneranda e dotta, da tutta quella folla che, sotto tutti i suoi portici sparsi per quasi tutte le vie, può andare e venire, al riparo dal sole e dalla pioggia, e baloccarsi, e fare acquisti e attendere ai fatti suoi. Sono salito sulla torre a consolarmi all’aria aperta. Veduta splendida! A Nord si scorgono i colli di Padova, quindi le Alpi svizzere, tirolesi e friulane, tutta la catena settentrionale, ancora nella nebbia. A occidente un orizzonte sconfinato, nel quale emergono solo le torri del Modenese. A oriente, una pianura sconfinata fino all’Adriatico, visibile al sorgere del sole. Verso sud i primi colli dell’Appennino, coltivati e lussureggianti fino alla cima, popolati di chiese, di palazzi e di ville, come i colli del Vicentino. Era un cielo purissimo; non la più piccola nuvola; solo all’orizzonte una specie di nebbione secco»

Torre della Garisenda, quando fu costruita era alta 60 metri ma successivamente, a causa di cedimenti strutturali fu ridotta a 48. Per il medesimo motivo subì l’inclinazione che tutt’oggi è possibile ammirare e che la rende la torre pendente più alta d’Italia. Nonostante sia adombrata dall’altezza della vicina Torre degli Asinelli, anche la Garisenda suscitò immagini letterarie, tanto da essere menzionata da Dante Alighieri nel canto XXXI dell’inferno: «Qual pare a riguardar la Garisenda / sotto il chinato quando un nuvol vada / sovr’essa sì ch’ella in contrario penda, / tal parve Anteo a me, che stava a bada / di vederlo chinare …»

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