LA STAZIONE DUOMO DI NAPOLI DI MASSIMILIANO FUKSAS

Nel centro storico di Napoli l’architetto Massimiliano Fuksas e la moglie Doriana Mandrelli hanno progettato l’avveniristica fermata Duomo sulla linea 1 della metropolitana, dopo quasi venti anni di lavori in primavera sarà in funzione una delle stazioni più straordinarie al mondo, un’altra stazione dell’arte. I lavori della nuova fermata della metropolitana sono infatti cominciati il 4 novembre 2001, mutando per due decenni l’aspetto dei Quattro Palazzi, cioè Piazza Nicola Amore, uno degli slarghi più famosi e strategici della città partenopea, occupata dai cantieri. Ma il fastidio sarà sostituito dalla sorpresa, perché il progetto dell’archistar è davvero splendido.

Il Vice Sindaco Carmine Piscopo ha spiegato: “Questa stazione è un esempio unico al mondo perché coniuga insieme non solo l’arrivo della metropolitana, e dunque il potenziamento delle infrastrutture, ma anche il collegamento con il sostrato della città che è la sua natura archeologica, i ritrovamenti, la parte museale …”. “All’interno della stazione sarà possibile osservare le varie stratificazioni della storia della città fino all’età del ferro …”, chiarisce il Sindaco Luigi De Magistris.

La viabilità cambierà. La nuova stazione, sita appunto al centro della Piazza Nicola Amore, sarà cinta da uno spazio pedonale che si collegherà a via Duomo. A tal fine la strada carrabile fiancheggerà su un unico lato, la cupola di vetro. Questa trasformazione dell’assetto urbano migliorerà il turismo della zona, favorendo il passeggio e i profitti delle attività commerciali antistanti. La nuova fermata della metropolitana farà parte appunto delle così chiamate “Stazioni dell’arte”, oltre a Toledo e Municipio. Un grande progetto che aumenterà l’offerta del turismo e dei trasporti del Capoluogo campano. Gli investimenti sono stati notevoli, 3,8 miliardi di euro per la linea 1, 60 milioni di euro per il progetto della stazione Duomo, approvati dalla Soprintendenza con il permesso dei Beni Culturali.

Gli scavi per la stazione, che si estende su un’area di 7700 metri quadri, hanno rinvenuto, soltanto a otto metri sotto il livello della piazza, il basamento di un tempio romano dedicato ai giochi Isolimpici del I secolo d. c., un porticato Ellenistico di età Flavia e una pista da corsa del ginnasio, oltre a moltissimi reperti di enorme importanza.

A protezione del tempio è stata creata una copertura a bolla geodetica con struttura in acciaio e vetro triangolare che consente di diffondere luce naturale direttamente nel tempio. Il vetro permette una chiarezza visiva dall’esterno verso l’interno, ulteriormente determina chiarezza alla costruzione ubicata al centro della piazza. La collocazione della struttura vetrata deforma l’asse urbano causando una condizione di attenzione sulla piazza e sul tempio. Al primo livello interrato, teoricamente posto all’interno dell’ellisse di base della “bolla”, c’è il tempio. Il secondo livello interrato della stazione è il piano mezzanino dove il livello sensoriale muta accedendo nella zona della stazione della mobilità. I colori e le texture geometriche determinano il ritmo del viaggio. Colori, motivi geometrici e superfici specchianti descrivono l’ingresso alla metro. Le banchine sono a quaranta metri di profondità e ci si arriva tramite un percorso caratterizzato da pannelli che cambiano colore rievocando i colori del giorno dall’alba alla notte. L’illuminazione ideata da Massimiliano Fuksas è determinata da esagoni intagliati nei pannelli di rivestimento che dal piano di sbarco degli ascensori e lungo le discenderie delle scale mobili fino alla banchina di fermata dei treni condurranno il passeggero in un tragitto percettivo. Per adempiere alla sicurezza antincendio, il progetto è stato lievemente modificato, irrobustendo i componenti di acciaio. La progettazione antincendio di una stazione metropolitana, non osserva le consuete norme del Codice di Prevenzione Incendi, ma è verificata con software avanzati che utilizzano l’articolato sistema ingegneristico del calcolo dei tempi di percorrenza.

Illustrava Massimiliano Fuksas al Corriere del Mezzogiorno: “Scendere sotto terra è sempre un’esperienza che comporta ansia. Noi abbiamo previsto che si possa vedere la luce del giorno attraverso la cupola trasparente sotto la quale c’è il tempio. Nel piano sottostante, si vedono ancora il cielo e i palazzi di piazza Nicola Amore attraverso una trave scoperta, fissa nel vetro. Ancora più sotto si trovano le banchine, lungo le quali sono montati una serie di pannelli retroilluminati. E’ come una passeggiata lungo le ore della giornata: i colori cambiano, si va dal celeste chiaro all’arancio del tramonto e oltre, alla notte. E’ quasi la passeggiata di un’astronauta che vede la terra dalla luna e osserva le fasi del giorno che si susseguono”.

Massimiliano Fuksas è uno dei più prestigiosi architetti contemporanei di fama mondiale. Il luogo, la natura, l’aria e il cielo sono gli elementi fondamentali di ispirazione per le opere di Fuksas. La luce è sempre grande fonte di creazione, studio e ricerca perché secondo l’architetto romano, pone il problema se l’architettura, oltre all’emozione, possa dare anche un senso alla trascendenza: e per questo tema la luce è basilare. Segue tutti i progetti in prima persona. La pittura è lo strumento che preferisce per fermare l’idea, per visualizzare il progetto o i progetti che ha in mente e sui quali sta lavorando. Oggi, diretto da Massimiliano Fuksas e da Doriana Mandrelli, lo studio Fuksas, con sede a Roma, Parigi, New York, Shenzhen e Dubai, è uno tra gli studi più noti e rilevanti a livello internazionale. Con un’enorme competenza ed ecletticità, Massimiliano e Doriana realizzano opere molto creative ed alto design. Con un team di 170 professionisti, hanno progettato più di 600 opere architettoniche in Europa, Africa, America, Asia e Australia, ottenendo molteplici riconoscimenti internazionali. Lo studio Fuksas ha infatti costruito e sta costruendo in tutto il mondo e la sua architettura va interpretata più con l’emozione che con la ragione. “Ho sempre creduto che l’architettura abbia un’enorme capacità di comunicazione pur non possedendo un linguaggio vero e proprio: riesce a comunicare perché è essenzialmente una creatrice di emozioni. Si tratta di emozioni che l’architetto percepisce e che vuole trasferire ad altri. Perché il ruolo dell’architetto è di vivere tra le persone e avere come obiettivo la consapevolezza che si lavora per gli altri, per migliorarne la vita”. Nell’ultimo ventennio, tra i progetti più rappresentativi ricordiamo: l’International Airport di Shenzhen – Bao’an in Cina (2008 – 2013), “LA Nuvola”, centro congressi al quartiere EUR di Roma, inaugurata nel 2016 e il Grattacielo della Regione Piemonte, a Torino, la cui apertura è prevista per il 2021.

La stazione Duomo di Napoli sarà un museo a cielo aperto, in armonia tra moderno e antico e dalla cupola si potrà osservare l’area archeologica con l’allestimento di uno spazio musealizzato tramite due travi – pareti in vetro, comunicanti con il piano inferiore di accesso della metro. Grazie agli scavi è stato rinvenuto appunto il Gynmasium, il tempio dei giochi Isolimpici realizzati dall’Imperatore Augusto nel II secolo d. c. e di cui è stato progettato il rimontaggio. Le Isolimpiadi o Sebastà di Neapolis erano giochi che avevano le peculiarità dei giochi olimpici. Nel corso degli scavi sono riemerse vestigia, iscrizioni e templi che hanno mostrato parte della cittadella olimpica. Dopo approfondite ricerche si è giunti alla conclusione che lo spazio delimitato dal portico era probabilmente una pista di atletica, che coinciderebbe con l’attuale Corso Umberto, mentre l’ippodromo era dislocato verso il mare, alla attuale via Molana. Le Isolimpiadi infatti comprendevano gare ginniche ed ippiche, nonché gare musicali e teatrali.

La linea 1 della metropolitana è conosciuta inoltre come metrò dell’arte, con stazioni e istallazioni di arte contemporanea che dalla metà degli anni novanta sono state create da architetti e artisti di notorietà mondiale: Gae Aulenti, Achille Bonito Oliva, Dominique Perrault, Alvaro Siza, Alessandro Mendini, Nino Longobardi. La stazione Toledo, dell’architetto Oscar Tusquets, è ritenuta una delle più belle al mondo. Sorte da un progetto dell’amministrazione comunale per dare a tutti l’opportunità di un incontro con l’arte contemporanea, le superfici interne ed esterne della stazione ospitano, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, intorno a 200 opere di arte contemporanea, attuando un percorso espositivo libero e per tutti.

Il progetto della linea 1 della metropolitana di Napoli ha la qualità di unire il pregio architettonico delle stazioni, la riqualificazione delle aree del centro storico, le istallazioni delle opere d’arte nelle stazioni e nelle piazze, la rivalutazione dei beni archeologici venuti alla luce durante gli scavi di cantiere con un’infrastruttura fondamentale per i trasferimenti urbani in una città ad alta concentrazione abitativa, congestionata dal traffico. Una linea che garantirà accessibilità e coesione sociale alla città di Napoli, una realtà fondamentale e di grande importanza nelle infrastrutture urbane a livello mondiale, simbolo e futuro riferimento urbano.

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