LA MOSTRA PERSONALE: “COME CAPIRE” DI DARIO BALLANTINI NELLA GALLERIA LA NICA A ROMA.

Dario Ballantini è un personaggio celebre al grande pubblico come trasformista e attore ma anche in qualità di pittore, attualmente protagonista di mostre pubbliche e private, considerata la sua personalità poliedrica.

“Io mi sono sempre trovato a mio agio in ambedue le vesti, perché hanno origine dalla mia infanzia: mio padre era pittore, mio nonno attore. Ambedue i mondi rientrano nella sfera dell’arte”.

Parliamo infatti di un binomio basilare per capire il percorso di Dario Ballantini e la sua anima artistica: il Ballantini pittore è certamente condizionato dal Ballantini attore e viceversa, poiché ciò che si crea è l’empatia.

Dario Ballantini è infatti un imitatore, attore e pittore di origine toscane. Nasce a Livorno nel 1964 ed è fin da piccolo attorniato dall’arte: il padre e suo zio sono pittori, il nonno, come già citato, un attore e un altro zio un cantante lirico mancato.

Si interessa ai fumetti e al disegno, esegue un corso di tratteggio e subito dopo comincia a dipingere. Si diploma al Liceo artistico e inizia ad esporre le sue opere e contemporaneamente ad adoperarsi come trasformista.

Per i seguenti dieci anni si avvicenda in tali due attività, ma è sicuramente la seconda che lo renderà celebre. In qualità di imitatore debutta infatti in televisione, nel 1983, con il programma Ciao Gente! Di Corrado, poi si occupa di cinema.

Negli anni Novanta è all’interno di svariati film, tra cui Zitti e mosca di Alessandro Benvenuti, Il pesce innamorato di Leonardo Pieraccioni, e Baci e abbracci di Paolo Virzì. Agli inizi degli anni 2000, invece, incontra l’autore televisivo Antonio Ricci, che lo introduce nel Tg satirico Striscia la notizia. Dario Ballantini, entra a far parte del cast fisso della trasmissione e qui rimane fino al 2013 come inviato. L’imitatore, peraltro, non si esibisce mai come se stesso, ma ricopre i panni sempre di un personaggio pubblico.

Intanto l’artista continua la sua carriera artistica, esponendo i suoi lavori in molte città italiane come Verona, Genova, Milano, Napoli, Firenze e Torino.

Nello stesso tempo torna spesso al grande schermo, collaborando nuovamente con Paolo Virzì per La prima cosa bella ed è presente nel terzo capitolo di Manuale d’amore, diretto da Giovanni Veronesi.

Dario Ballantini accrescerà nel tempo le sue esposizioni, partecipando anche a molteplici incontri riferiti sia a un pubblico di studenti sia a un vasto pubblico come relatore di rassegne e conferenze. Nel 2007, riceve da Achille Bonito Oliva il premio “A. B. O.” d’Argento per la pittura. Prende poi parte alla mostra torinese del Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi. Dopo la rassegna prestigiosa nel Palazzo Sant’Elia di Palermo, Dario Ballantini ritorna ad esporre all’estero: all’ArtMorHouse di Londra, all’Arps Gallery di Amsterdam, alla Galerie St. Jacques di Bruxelles. A Miami crea un significativo contributo sulla parete di ingresso del Metropolitan International School: dieci metri di murale che resteranno permanenti e ineliminabili per le generazioni di studenti del South Florida. L’artista realizzerà anche una live performance al Wynwo-od Walls, dove dipinge 19 metri di parete nella sede del Presidente di Real Estate.

Nel 2014, rappresenta in teatro uno spettacolo da lui scritto: “Da Balla a Dalla”, mentre nel 2016 si rivolge alla scultura, in special modo alle opere in bronzo. Negli anni ci cimenta in nuovi modi artistici, arricchendo

il suo repertorio anche di installazioni e video. In relazione a ciò, nel 2019, realizza il video musicale per Vicolo d’oro, brano di P.A.S.E., che sarà premiato all’International Film Short Festival di Montecatini.

Fra i suoi progetti più rappresentativi menzioniamo la mostra antologica che il Comune di Livorno gli dedica nel 2020 e che attraversa la sua totale carriera artistica. Riguardo alla importante rassegna evento: “Lucio Dalla. Anche il tempo passa”, organizzata a dieci anni dalla morte del noto cantautore, è esposta una sua opera riservata all’amico. L’esposizione itinerante, curata da Alessandro Nicosia, in collaborazione con la Fondazione Lucio Dalla, è oggi nel Museo dell’Ara Pacis di Roma.

Giovedì 10 novembre, è stata inaugurata alla Galleria La Nica di Roma la sua mostra personale “Come capire”, con circa 20 opere realizzate negli ultimi 15 anni.

L’esposizione, a cura di Maria Vittoria Marchetta, e sarà visitabile fino al 3 dicembre 2022.

Il titolo ”Come capire”, derivante da una delle composizioni presenti, non è una domanda quanto un’informazione ed ancora un’esortazione rivolta al pubblico a non fermarsi ad una lettura poco approfondita dei lavori di Dario Ballantini, ma di approfondire il profondo contenuto pittorico, per comprendere, l’animo dell’artista e le sue suggestioni e immagini tutte riferite all’uomo.

“La figura umana fa inevitabilmente parte della mia poetica personale (….). Non potrei farne a meno. Ritengo che il volto umano, inteso proprio come “il prossimo”, sia lo specchio più importante che ci capiti nella vita per avere una relazione, per fare dei due un uno”. Dario Ballantini

Denominata dal critico, Giovanni Faccenda “espressionismo cosmico”, l’arte del pittore è caratterizzata da una grande intensità di colori e disegni, richiamo di un immaginario esteriore quanto interiore denso di personaggi, scenari architettonici ed oggetti che ci riconsegnano un bestiario postmoderno caotico ma tutt’altro che estraneo. Parliamo di tutto ciò che egli, nella doppia veste di attore e pittore, incrocia e assimila, fino a provare all’interno del suo animo l’essenza.

Durante la notte, quando il mondo dorme, Ballantini sente il bisogno di raccontarsi e riporta sulla base pittorica tutti i suoi impulsi, istinti e suggestioni sotto una forma nuova, che contempla l’uomo al centro della sua arte.

Il catalogo, curato da Cristina Liscaio in collaborazione con Massimo Licinio, e con testi di Giovanni Faccenda e Maria Vittoria Marchetta, è edito da Grafiche Turato.

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