LA MOSTRA: “GIAMBATTISTA PIRANESI. ARCHITETTO SENZA TEMPO”.

Finalmente si comincia a parlare di mostre future, puntando sul miglioramento dell’emergenza Coronavirus e guardando con ottimismo i mesi che verranno. Si inizia con Palazzo Sturm a Bassano del Grappa in Veneto, dopo un anno e mezzo di lavori di restauro avviati nel 2018, l’edificio è ora completamente ristrutturato, le sale del IV e V piano, dove sono stati riportati alla luce magnifici affreschi e stucchi, ospitano dal 20 giugno al 19 ottobre 2020 la mostra “Giambattista Piranesi, Architetto senza tempo”. Ed è proprio la città di Bassano del Grappa che ha scelto di omaggiare il grande Genio di Piranesi in occasione del III centenario della sua nascita (4 ottobre 1720). Disegnatore, incisore, antiquario e architetto, Giambattista Piranesi è considerato il più grande esponente dell’incisione veneta del 700. La sua attività ha influenzato non solo architetti ma anche scenografi e pittori oltre che lasciare un forte impatto anche sulla fantasia letteraria. Veneto di nascita ma romano d’adozione, Piranesi si presenta in questa mostra con tutta la sua incredibile potenza grafica. Giunto a Roma appena ventenne, decide di trasferirvisi definitivamente a partire dal 1746, iniziando la produzione delle celebri “Vedute di Roma”: raccolte di tavole raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelli presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa. Architetto di un unico edificio, la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, Piranesi diede vita nelle sue incisioni ad architetture che stupirono il mondo, magnificamente oniriche ma al contempo potentemente concrete e per questo destinate a colpire la fantasia di molti. Di Piranesi parlano con ammirazione sconfinata non solo esperti d’arte e di architettura ma anche poeti e scrittori; tra i molti Marguerite Yourcenar volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri, l’opera forse più famosa di Piranesi, scrive trattarsi di “una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo”. Riguardo il patrimonio grafico dell’artista, che conta a Bassano circa 570 opere, viene esposto al pubblico per la prima volta nella loro storia il corpus completo di incisioni presenti nelle collezioni permanenti cittadine. La mostra, a cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza,comprende un corpus completo delle più celebri “Vedute di Roma” alle quali si aggiungono i quattro tomi delle “Antichità Romane”. Fondamentali per l’intera opera piranesiana e allo stesso tempo, punto di partenza per le opere successive di argomento analogo e complementare, queste tavole forniscono un quadro unitario organico della città di Roma attraverso l’individuazione dei monumenti, delle zone e degli spazi, della cinta muraria, della rete degli acquedotti e delle Porte urbane. L’esposizione gode dell’importante collaborazione della Fondazione Giorgio Cini di Venezia per il prestito delle 16 tavole tratte dalla celebre serie delle “Carceri d’Invenzione”. Pubblicata una prima volta nel 1748, l’opera completa viene data alle stampe nel 1761. Assieme alle Vedute, le Carceri d’Invenzione costituiscono l’opera più famosa della produzione piranesiana e testimoniano la grande abilità nell’uso della tecnica incisoria da parte dell’artista. Per la loro straordinaria libertà d’immaginazione e per la capacità di trasferire nel segno grafico una sensibilità pittorica, le incisioni rivelano l’influenza dei “Capricci” di Giambattista Tiepolo, incontrato da Piranesi presumibilmente nel 1745, poco prima della sua ripartenza a Roma. Nelle Carceri così come in tutte le sue acqueforti la decadenza di Roma viene esaltata nella sua terribile bellezza con una carica visionaria che ha saputo esercitare un importantissimo riferimento artistico per la cultura contemporanea. In mostra sono esposte anche le lettere tra il Conte Remondini di Bassano del Grappa e Francesco Piranesi , figlio di Giambattista e continuatore dell’attività. Nel catalogo sono inoltre presentati nuovi documenti relativi alla genealogia di Piranesi e ai suoi rapporti con Venezia. “Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo” si completa con il film che Factum Arte ha realizzato in occasione della mostra “Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer”, organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2010. Il video di animazione, creato da Grègoire Dupond per Factum Arte, ricostruisce tridimensionalmente ogni ambiente delle 16 tavole delle Carceri,dando allo spettatore la sensazione di poter camminare all’interno di questi spazi contraddittori e visionari. In mostra anche altri 2 video approfondiscono il percorso espositivo e narrano il successo di Giambattista Piranesi all’estero, i punti salienti della vita dell’artista a partire dal ritrovamento dell’atto di Battesimo, si tratta di The Lumière Mysterieuse, scritto e diretto da Massimo Becattini e Giambattista Piranesi 1720-1778, realizzato in occasione della grande mostra dedicata all’artista nel 1978 sempre dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. L’esposizione, che ha riscosso un gran successo di pubblico e di critica, ha inaugurato il filone dedicato all’arte incisoria, di cui Palazzo Sturm conserva uno dei patrimoni più importanti al mondo, esponendo all’interno di teche in acciaio e vetro quelle opere che per motivi conservativi non sono tradizionalmente esposti al pubblico. L’allestimento infatti è costituito da 56 teche progettate dallo studio APML Architetti, strutture pensate per preservare le condizioni ottimali di conservazione delle opere sia da un punto di vista microclimatico che luministico. In attesa dell’apertura delle porte al pubblico il prossimo 20 giugno, Palazzo Sturm racconta la mostra nei canali social con video di approfondimento e incursioni nel backstage, dettagli e curiosità delle opere. “Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo” è una mostra che risponde alla volontà di esporre al pubblico i tesori del celebre architetto e che conferma, ancora una volta, quanto l’insegnamento degli antichi sia vivo nell’arte contemporanea

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