La città che vorrei…

La città che vorrei per me, per i miei figli e per i figli dei miei figli sarebbe dotata di spazi verdi sufficienti per ripulire l’aria di tutto l’inquinamento che riusciamo a produrre, spazi attrezzati per bambini, per amici a quattro zampe, per sportivi ed aree selvagge monitorate per ristoro agli animali stanziali e di passaggio.

Giardini e parchi disegnati nella città non come semplice arredo urbano, bensì come cura affidata alla buona educazione dei cittadini, primi fruitori, e di privati che al posto di deturpare il paesaggio con orrendi cartelloni, curassero in proprio l’area potendo affiggere pubblicità al loro contributo “questo parco è donato/curato dalla Ditta XY”, fino ad intitolare il parco per finanziamenti ingenti. Costo per la collettività? Zero!

La città che vorrei è dotata di un piano regolatore che non impedisca di costruire a tutti, per poi permettere a pochi furbetti di eludere il divieto e sanare condonando. Il piano regolatore fatto di poche norme di buon senso con indicazioni uniformi per tutti, aree vietate per caratteristiche geologiche o di opportunità insanabili, ove le ruspe azzerano gli indisciplinati anche a manufatto realizzato, perché sono motivi seri di sicurezza a sottendere il divieto.

La città che vorrei ha progetti già approvati di massima depositati presso il municipio per cui non è necessario esborsare cifre impossibili e tutti sanno già come e cosa costruire a seconda della zona edificabile: materiali, forme, colori, risparmi energetici in una gamma già prevista.

La città che vorrei non ha i tetti come forchette dai rebbi sghimbesci, ma ha coperture a lastrici solari che permettono di scaldare l’acqua ed illuminare le case autonomamente, ha bacini di raccolta dell’acqua piovana per irrigare giardini e balconi fioriti e per gli sciacquoni privati, senza dover sprecare preziosa acqua potabile.

La città che vorrei ha acqua potabile che scorre dal rubinetto di tutte le abitazioni senza rischi per la salute o impianti di purificazione privati. L’acqua, bene prezioso, non è disperso nel trasporto dalle fonti per manutenzione omessa degli acquedotti o avvelenata dai terreni appestati, le fontanelle pubbliche ristorano i viandanti, a richiesta con pulsanti di erogazione e con ciotola di raccolta per abbeverare gli amici a quattro zampe e volatili di passaggio. Ed è gratuita perché bene naturale fondamentale come l’aria ed il sole.

La città che vorrei è percorsa da mezzi di trasporto pubblici, puliti, capienti, alimentati ad elettricità con tariffe popolari, perché dotati di biglietterie elettroniche alimentate da carte di trasporto prepagate, cui tutti, in proporzione al proprio reddito, contribuiscono. Le strade sono costruite prima degli edifici, con corsie centrali preferenziali per il trasporto pubblico, affiancate da marciapiedi, piste ciclabili, canali di alloggiamento cavi e condutture e, per ultime, le corsie per le automobili private il cui uso sarà strettamente necessario per lunghe percorrenze, inibito al centro storico, con capienti parcheggi di scambio e con bolli di circolazione proporzionali a modello e cilindrata.

La città che vorrei non ha foreste di pali e cartelli pubblicitari che offuscano la vista, alterano il panorama e distraggono l’attenzione. La città che vorrei è dotata di botteghe e negozi, artigiani ed artisti, piccoli empori, spacci biologici a km zero con centri commerciali dislocati nella cinta periferica, dotati di strade di accesso e parcheggi dedicati. La città che vorrei ha meno jeanserie e più teatri, dove vestire l’animo a festa, ha meno fast-food e più librerie, dove nutrire anche l’animo, ha meno kebab e più osterie, dove il cibo è tradizione, ha meno gym club e più campetti, dove le risa asciugano il sudore, ha meno sushi bar e più locande, dove trendy è il piatto del giorno.

La città che vorrei, purtroppo non c’è, ma non smetto di sperare nel giorno in cui prati fioriti coloreranno le periferie, bimbetti festanti potranno tornare da scuola, anziani vivaci potranno animare sale danzanti, spazi culturali al posto dei supermercati apriranno anche di notte

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