LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE DEI FALEGNAMI A ROMA. IL RESTAURO DOPO IL CROLLO

La chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, già di San Giuseppe a Campo Vaccino, è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Campitelli, al Clivo Argentario presso il Foro Romano, e sopra il carcere Mamertino. Questa chiesa fu dedicata a San Giuseppe della Congregazione dei Falegnami che aveva preso in affitto nel 1540 la preesistente chiesa di San Pietro in Carcere. La costruzione della nuova chiesa iniziò nel 1597 e fu proseguita nel 1602 da G. B. Montano, nel 1621 da G. B. Soria e completata nel 1663 da Antonio Del Grande. Un importante restauro ed una nuova abside costituì l’intervento del 1886 ad opera di Antonio Parisi. La facciata, a due ordini, con porta tra semicolonne e timpano, è arricchita da volute ed edicole e presenta un grande timpano sulla sommità. L’interno è a navata unica e nella cappella maggiore sono conservati un” Viaggio a Betlemme”ed una “Bottega di San Giuseppe”di Cesare Maccari. Nell’abside vi sono le statue di San Pietro e di San Paolo, mentre al centro del soffitto (crollato nel 2018 e oggi in fase di restauro), intagliato e dorato, vi è un rilievo seicentesco del Montani con la “Natività”. Nell’Oratorio annesso, anch’esso con un bel soffitto ligneo, si trovano affreschi di Marco Tullio Montagna raffiguranti “Storia della Sacra Famiglia”. In un vano, tra il pavimento e la volta del sottostante carcere Mamertino, vi è la cappella del Crocifisso del 500, cosiddetta da un crocifisso ligneo miracoloso detto di Campo Vaccino, già precedentemente conservato al di sopra della porta del carcere Mamertino. 30 agosto 2019 il primo passo per la rinascita della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano, il cui tetto crollò esattamente un anno fa. Alla presenza del Sindaco di Roma, Virginia Raggi, e del Vescovo ausiliare, Daniele Libanori, è stato inaugurato il nuovo tetto dell’edificio. Fine cantiere nel marzo 2020. Per il crollo del 30 agosto 2018 vennero indagati per disastro colposo e falso l’ex Direttore dei lavori del 2015 e l’ex Direttore del cantiere. Ora i restauratori passeranno alla fase due: il consolidamento della volta e il ripristino del soffitto originale a cassettoni con le opere lignee del 500; questa fase si concluderà a dicembre anche se la fine ufficiale del cantiere è stata fissata per il 19 marzo 2020, in tempo per la messa di San Giuseppe. Per quell’occasione la chiesa riaprirà definitivamente al pubblico. E’ stato fondamentale il lavoro di collaborazione tra Vicariato, Roma Capitale, Soprintendenza Speciale e l’Istituto di Restauro. L’intervento tempestivo ha consentito di mettere in sicurezza il patrimonio mobile come le tele laterali, tra cui la splendida “Natività” di Carlo Maratta, ed è stato anche importante il recupero del soffitto ligneo di fine 500 decorato con elementi figurativi recuperati al 90% così come il 50% di quelli seriali. Dal 3 giugno ad oggi sono state realizzate e giustapposte due nuove capriate in sostituzione di quelle collassate (si pensa infatti a un cedimento strutturale inaspettato), mediante l’inserimento di alcuni elementi, le strutture ancora in situ che sostengono la parte del cassettonato rimasto in opera. E’ stata poi realizzata tutta l’orditura secondaria della copertura, compreso il posizionamento di un sistema di isolamento termico che permette di controllare il microclima del sottotetto e tenere i valori di temperatura e umidità all’interno di un definito intervallo, ideale per la migliore conservazione del legno delle strutture delle falde e del cassettonato. Questo nuovo sistema si integra con la progettazione di un monitoraggio ambientale, in armonia con la Soprintendenza e il contributo specifico del professor Giovanni Carbonara e secondo il protocollo GBC HB (Green Building Council Historic Building), al fine di conseguire un intervento sostenibile. Contemporaneamente tutti i frammenti lignei del cassettonato sono stati puliti, consolidati, trattati con sostanze antiparassitarie e censiti per definire l’esatta ricollocazione, anche grazie all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro che, nel mese di luglio, ha eseguito un cantiere scuola con alcuni studenti del secondo anno provenienti dalla sede di Matera. Attraverso i dati ottenuti dal laser scanner e i rilievi effettuati prima e dopo il crollo e al fine di realizzare correttamente il ripristino del cassettonato, il team di professionisti ha realizzato un modello in BIN (Building Information Modeling) che sarà la base di partenza per la progettazione del sistema di sospensione del cassettonato e garantirà la comprensione e la corretta geometria del costruito. Tutti gli interventi sono stati possibili grazie innanzitutto al contributo dell’8 x mille della Chiesa Cattolica, ma anche ad altre donazioni tra cui l’importante sostegno del centro commerciale Euroma 2, nella persona del presidente Davide Zanchi, che hanno aderito al progetto “ Insieme Ri-Costruiamo”. “Molto resta da fare – osserva Monsignor Libanori – ma San Giuseppe dei Falegnami è sempre nel cuore dei romani e del mondo intero”.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares