La “Casa dei pesci”: la costruzione perfetta fra bellezza e salvaguardia della natura.

La “Casa dei pesci”, il progetto di un pescatore toscano per inserire statue di marmo sul fondo del mare, in Maremma, per proteggere l’ambiente e la fauna marine dalla pesca a strascico illegale. Un contributo a beneficio di tutte e tutti coloro che hanno a cura la salvaguardia dell’ambiente e della bellezza. Naturale e a opera umana.

Fa parte di quelle notizie che, in epoca di necessaria “casalinghitudine” e di caute uscite di casa metropolitane, riempiono di aria i polmoni e fanno vedere (con gli occhi della mente) il mare espandersi, verde e blu, verso un orizzonte indistinguibile dal cielo.

In un articolo di La Repubblica di oggi, 9 dicembre, si può leggere la storia di un pescatore, Paolo Fanciulli, che ha deciso di promuovere un’operazione di pesca sostenibile per coniugar la tutela della fauna marina, la valorizzazione delle sculture di artisti e artiste, la mobilitazione della società civile intorno a un progetto di educazione civica e artistica.

Fra Ansedonia e Piombino, più precisamente nelle acque davanti a Talamona, sono state collocate sul fondo marino alcune sculture in marmo per ostacolare la pesca a strascico illegale. Prima di queste opere artistiche, a cercare di frenare l’attività di pesca indiscriminata e “veloce”, erano stati i “dissuasori”, ossia blocchi di cemento armato collocati a distanza fra loro per formare una barriera protettiva fra i pesci e le reti. Purtroppo, non sempre hanno funzionato. La distanza alla quale erano stati collocati i blocchi fra loro era tale che, una volta tracciata una mappa della loro ubicazione, era facile approfittare dei varchi esistenti fra l’uno e l’altro per continuare indisturbati a gettare le reti.

E poi, non è meglio adoperare oggetti artistici al posto di freddi e identici blocchi di cemento?

Un connubio fra la bellezza del mare e dei fondali pieni di vita con la fantasia e la maestria dell’opera umana.

L’idea di Paolo Fanciulli e della “Casa dei pesci” è senza dubbio piaciuta molto ad alcune persone che lo hanno aiutato a raccogliere i fondi o hanno donato lastre di marmo o hanno realizzato le sculture e appoggiato la sua campagna di salvaguardia ambientale. È piaciuta senza dubbio anche al New York Times e al Guardian che ne hanno parlato ai loro lettori e lettrici oltremare e oltreoceano.

È invece piaciuta meno a coloro che hanno cercato di ostacolarlo e di danneggiarlo, ostracizzando il suo lavoro di pescatore attento all’ecosistema. Per esempio, boicottando il suo pescato al mercato. Per fortuna esistono “i mercati” e non “il mercato”. Così, se i suoi prodotti restavano invenduti a chilometro 0, c’è stato/a chi li ha comprati organizzandosi in Gruppo di Acquisto Solidali in altre città.

E non si è arreso.

Così come non si arrende davanti alla carenza attuale di fondi per collocare altre 100 opere, fra sculture e dissuasori artistici, sul fondo marino. Alcune sculture sono già realizzate, ma sono ancora sulla terraferma in attesa di essere collocate nel museo sottomarino. Questione di tempo…soprattutto tempo di raccolta fondi. E poi, anche loro, andranno a far compagnia alle 19 che già formano questa barriera artistica.

Economicamente, il circolo virtuoso è perfetto: si salvaguarda l’oasi naturale dei pesci, si dà visibilità all’opera di artiste e artisti residenti in zona, si dà valore aggiunto all’area turistica, si amplia la conoscenza della Maremma toscana e si incentiva l’adozione di idee simili o sulla sommatoria di benefici reciproci.

Per saperne di più e, perché no, per aderire all’iniziativa, visitate il sito dell’associazione:

https://www.casadeipesci.it/.

I fondali marini sono un “museo sommerso” di eccezionale interesse e bellezza. E ce ne sono diversi, con storie specifiche, anche in altre aree della penisola.

A fare compagnia alla “Casa dei pesci”, infatti, ci sono l’area del Parco dei Campi Flegrei, il Parco Nazionale del Gargano, l’Isola di Capo Rizzuto, Mazara del Vallo e il canale della Sicilia. Tutti siti con opere d’arte sommerse di particolare valore, spesso ancora inesplorati e sconosciuti. Con la differenza che si tratta di “siti” dove i reperti artistici sono lì per un incidente storico, per casualità, per sconosciuti motivi che sono andati persi nel tempo. La “Casa dei pesci” invece è un progetto studiato e deciso ad hoc per collocare scultura sui fondali coniugando due “bellezze”: arte e natura.

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