LA BASILICA DI SANT’ANDREA DELLA VALLE IN ROMA

La basilica di Sant’Andrea della Valle è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, lungo corso Vittorio Emanuele II tra l’antistante piazza omonima e piazza Vidoni, nel rione Sant’Eustachio. Le origini della basilica sono legate al precedente assetto urbanistico. Infatti nel 500 la zona era chiamata piazza di Siena, nome ripreso dal cardinale senese Piccolomini, futuro Papa Pio II. Di fronte sorgeva una chiesa dedicata a San Sebastiano, dove secondo la tradizione era stato ritrovato il corpo. Nel 1582, nel testamento della duchessa Costanza Piccolomini D’Aragona, il palazzo viene lasciato all’Ordine dei Chierici Regolari della Divina Provvidenza. La donazione imponeva la costruzione di una chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo, patrono di Amalfi, feudo dei Piccolomini. L’Ordine religioso era chiamato dei Teatini perché uno dei fondatori, il Cardinale Gianpietro Carafa (futuro Paolo IV) era Vescovo di Chieti, che in latino si chiamavaTeate Marrucinorum. Nel 1586 venne costruita la prima chiesa, probabilmente all’interno del palazzo stesso. Contemporaneamente però, Sisto V si stava occupando di un nuovo piano urbanistico per meglio collegare le basiliche di Roma. Per allargare la via Papalis vengono effettuate varie demolizioni nei pressi della piazza di Siena, compresa la chiesa di San Sebastiano che il palazzo Piccolomini. Pochi anni dopo, nel 1591, il Cardinale Alfonso Gesualdo comincia la costruzione dell’attuale basilica Sant’Andrea della Valle che nelle sue intenzioni doveva addirittura competere in grandezza con la basilica di San Pietro. I lavori furono finanziati dal Cardinale Alessandro Peretti di Montalto nipote di Sisto V. Il vicino palazzo della Valle diede il nome alla chiesa. La grande costruzione fu edificata su progetto di Gian Francesco Grimaldi e di Giacomo della Porta; fu ripresa da Carlo Maderno nel 1608; cui si deve anche la bellissima cupola, inferiore per altezza ed ampiezza solo a quella di San Pietro. Dal 1655 al 1665 Carlo Rainaldi, modificando in parte il disegno del Maderno, innalzò l’altissima e sontuosa facciata di travertino, su due ordini di colonne appaiate e lesene corinzie, con portale e finestrone nel mezzo e nicchie con statue e finestre ai lati, che creano nell’insieme forti effetti chiaroscurali per il vigoroso plasticismo. Nella facciata barocca manca però un angelo decorativo in alto a destra, voce di popolo riferisce che lo scultore incaricato di eseguire entrambi gli angeli, venne criticato e quindi si rifiutò di costruire l’altro, molto probabilmente all’atto della posa o poco prima, la seconda statua subì un danno o forse cadde non venendo più ricostruita. La facciata odiernamente ha subito figurativamente un danno, perché da quando è stata allargata la strada “il fuoco fisso”dell’osservatore è stato spostato; si ha cioè una visione delle colonne schiacciata e non si ha lo stesso effetto delle colonne incassate, aggettanti, com’era prima dei lavori stradali. Si perde così tutta la bellezza plastica dell’intero complesso architettonico. L’interno è a croce latina con vastissima navata ad un ordine di alte lesene a fascio e fiancheggiata da grandi cappelle laterali. La volta a botte, la cupola luminosa, l’abside larga e splendente per ori e affreschi, le danno un aspetto fastoso. Una piccola curiosità ci porta ad un nome importante dell’architettura che ricorre spesso presso le chiese barocche di Roma ossia a Francesco Borromini (nipote del Maderno) che da giovane lavorò come scalpellino ai capitelli del lanternino della cupola. Ma la massima espressione artistica si nota negli splendidi affreschi che ornano tutta Sant’Andrea della Valle; nella cupola si può ammirare “Gloria Celeste”di G. Lanfranco (1625-1628) che si rifece molto alle cupole di Correggio a Parma e dipinse una composizione che farà da modello a tutta la pittura barocca chiesastica finalizzata ad annullare gli spazi fisici dei soffitti. Nei pennacchi della cupola “Gli Evangelisti”: San Matteo, San Giovanni, San Luca e San Marco (1621-1628); nel sott’arco e nel catino absidale le “Storie di Sant’Andrea” (1623) tutte opere del Domenichino, al di sotto delle quali nell’abside tre affreschi con scene del ” martirio di Sant’Andrea”opera di M. Preti (1650-1651). La seconda cappella a destra della chiesa è dedicata alla famiglia Strozzi, il disegno e probabilmente di Michelangelo Buonarroti, l’altare centrale ha copie in bronzo della Pietà di Michelangelo con ai lati le copie delle statue che ornano il Mausoleo di Giulio II in San Pietro in Vincoli, ovvero Rachele e Lia. La piazza antistante la chiesa è ornata da una bella fontana che proviene da una scomparsa piazza di Scossacavalli, piazza distrutta per i lavori di demolizione della Spina di Borgo e la conseguente creazione di via della Conciliazione. L’autore è Carlo Maderno. All’interno della basilica è stato ambientato il primo atto dell’opera lirica Tosca, scritta da Giuseppe Giocosa e Luigi Illica (basata su un soggetto di Victorien Sardou) e musicata da Giacomo Puccini alla fine del XIX sec.. Nel 1992 ha fatto da sfondo per la messa in scena televisiva di Tosca, “Nei luoghi e nelle ore di Tosca” film in diretta realizzato da Giuseppe Patroni Griffi. In conclusione questa maestosa chiesa barocca merita sicuramente una visita, ricca di capolavori tutti da ammirare, con il suo colonnato in travertino e la sua volta affrescata di straordinaria bellezza.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares