Jacopo Mastrangelo la sua chitarra, Roma e tanta poesia.

Accarezzare dolcemente la città eterna come se fosse un’amante abbandonata e nello stesso tempo suggerirne il suo fascino imperituro, con l’ uso di alcune note, è la magia che ha portato un giovane chitarrista romano, Jacopo Mastrangelo, a darne il giusto tributo dalla sua dimora di  Piazza Navona.

Le note di “Debora’s Theme” colonna sonora del celebre film di Sergio Leone, “C’era una volta in America”, del maestro Ennio Morricone, hanno  avvolto la Capitale,  in modo dolce, silenzioso, articolato,  come se fosse un mantello, che attraverso la maestria e la bravura di Jacopo, ha dialogato con un silenzio assordante, dicendo “Forza ne usciremo”.

 

Un messaggio che Jacopo grazie anche a suo padre, Fabio, ha voluto  autografare per l’emergenza Covid 19, un’emergenza che ha spaventato e continua a spaventare oggi ciascuno di noi; il Covid 19 rimarrà sempre un virus non solo del corpo ma anche dell’anima, avendo nello stesso tempo privato ed aggiunto: ci ha privato delle buone o cattive abitudini, ci ha dato altresì la possibilità di consoscerci meglio, e di indagarci nel profondo.

Ne consegue che attraversare la nostra amata capitale, con la calma e il silenzio che dalla sua origine Roma ha, e che soltanto il falso progresso ha macchiato, in compagnia di note fantastiche che spaziano anche dalla lirica, ad altri generi, è come viaggiare con una valigia che ciascuno di noi porterà sempre con sè; una valigia di note, una valigia di sensazioni e una valigia si emozioni.

Le stesse emozioni che  escono prepotentemente dallo strumento che  accompagna Jacopo fin dalla più tenera età, e che oggi viaggiano all’unisono con lo spirito e il talento del padre, suo compagno di viaggio in questo arco temporale.

Papà Fabio, quasi inconsciamente è stato un suo specchio e un suo maestro, nell’indirizzarlo verso quella che è oggi per entrambi una passione, uno splendido hobby che nel futuro forse per Jacopo potrebbe diventare una professione.

Partendo dalla terrazza di casa, la sua chitarra di abbracciando tutti i monumenti e le chicche di Roma, meraviglie della meraviglia, è giunta sino Terrazza del Campidoglio, sullo sfondo l’arte di Michelangelo Buonarroti, e come primo piano le note del  “Nessun Dorma” del compositore Giacomo Puccini. Dalle vie deserte e stranamente silenziose di questo periodo, ai monumenti taciuti, alle piazze capaci di incutere un timore referenziale, prive della loro abituale rumorosità, fa da eco il desiderio di tornare ad una nuova normalità, riscoprendo valori quasi pleonastici, come il piacere di una stretta di mano o la poesia di un abbraccio.

“Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza.”

 

Questo affermava il grande dramamaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe, innamorato di Roma, e dell’Italia tutta che oggi si solleva e risorge  grazie a due  sole note: Jacopo e la sua chitarra.

 

 

 

 

 

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