Con la caduta del governo Draghi, siamo arrivati a contare, dal 1994, 17 governi diversi. Solamente nelle ultime due legislature – e cioè dal 2013 ad oggi- ne abbiamo avuti 6, con una durata media di 562 giorni (poco più di un anno e mezzo). Non si sbaglia dunque se si afferma che l’Italia ha avuto tanti governi in relativamente pochi anni. Se si guarda alle altre esperienze parlamentari, ci si accorge che l’Italia è un unicum in questo senso.
Ricomponendo molto velocemente un quadro complesso, si possono analizzare le esperienze tedesca e spagnola (che condividono con noi la forma di governo parlamentare).
In Germania, con una durata della legislatura di quattro anni, dal 1994 ad oggi ci sono stati 8 governi diversi, quattro dei quali presieduti dalla cancelliera Angela Merkel. Oltre alla classe politica, sicuramente più competente e più seria, ciò che aiuta il sistema tedesco è anche la razionalizzazione del potere. Sono infatti presenti, nella legge fondamentale tedesca, meccanismi di razionalizzazione di alcuni istituti comunemente presenti nelle forme di governo parlamentari. Esempi sono quelli riguardanti la sfiducia costruttiva (art.67), la questione di fiducia (art.68), o anche la stessa elezione del cancelliere federale (art.63). Da citare è infine la competenza del tribunale costituzionale federale di poter sciogliere i partiti che non rispettano il principio democratico. Attraverso tale facoltà, negli anni ‘50 il tribunale ha messo fuori gioco i partiti di estrema destra e di estrema sinistra. Grazie a questi sistemi si è parlato di democrazia che si protegge.
In Spagna invece dal 1993 ci sono stati 9 governi. Anche la costituzione spagnola, prendendo spunto da quella tedesca, prevede alcuni strumenti di razionalizzazione del potere che contribuiscono a dare stabilità al sistema politico.
In ultima analisi, all’Italia potrebbe essere utile l’inserimento in costituzione della sfiducia costruttiva, oppure un rafforzamento del ruolo del primo ministro. Per rendere meno frammentato il sistema partitico si potrebbe invece pensare di riscrivere la legge elettorale e prevedere uno sbarramento al 4 o 5%.
Sicuramente qualcosa va fatto, perché la caduta di un governo ogni anno e mezzo non va bene sia perché non si riesce a portare avanti un indirizzo politico, sia perché le crisi di governo fanno male alle casse dello stato.