Influenza sociale

Capita spesso di osservare, cercare di capire come i pensieri, i sentimenti, i comportamenti delle persone possano essere influenzati dagli altri individui. La società moderna della cultura occidentale si riconosce come individualistica, ma spesso si riscontra il fenomeno del conformismo. Alcune volte le persone non sanno come comportarsi perché si trovano in situazioni confuse e inconsuete per cui osservano e applicano il comportamento degli altri. Forse è utile un suggerimento, un’informazione per non sentirsi diversi, giudicati, esclusi. Può capitare di accettare pubblicamente le opinioni comuni, ma poi nel privato essere consapevoli che non si tratta della cosa giusta.

Sherif, noto studioso di psicologia sociale, fece molti test con persone in gruppo e prese individualmente. Il risultato fondamentale fu che in gruppo le persone tendevano ad uniformare le loro risposte. Il gruppo ha ragione! Se la situazione è una crisi, un pericolo, gli individui sono spaventati, in preda al panico e reagiscono spesso con comportamenti poco razionali. Quando gli altri sono “esperti”, vengono ritenuti guide, a volte, a prescindere dalle loro vere esperienze e capacità. Asch altro eminente studioso e ricercatore fece dei test in cui la risposta non destava alcun dubbio. Partecipavano all’esperimento dei complici. Questi ultimi affermavano palesemente opinioni errate. I partecipanti ingenui e ignari dovevano decidere se conformarsi alle risposte errate o rimanere del proprio pensiero. Solo il 24% delle persone rimase indipendente, gli altri si conformarono per non apparire sciocchi, nonostante non conoscessero gli altri partecipanti. Figuriamoci se fossero stati amici o parenti per non perderne la stima e il rispetto!

Quando un gruppo di riferimento è numeroso, ha una sua valenza affettiva e la propria scelta potrebbe ricadere su concetti di responsabilità e conseguenze sulla comunità, si diventa più suscettibili di influenza sociale.

In una situazione come quella dell’attacco militare a My Lai in Vietnam, in cui i soldati americani, su informazioni errate colpirono un villaggio con donne, bimbi e anziani, la cosa terribile fu la decisione e l’ordine di uccidere tutti. Una tragedia, ma l’obbedienza all’ordine dell’autorità fu abbracciata senza interrogarsi o prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

Stragi d’innocenti, atrocità, genocidi sono sempre accaduti, ma un minimo di consapevolezza, accuratezza e discernimento sono essenziali nella propria vita. Questa è una scuola di vita, ma non dimentichiamo di essere la parte “migliore” di noi stessi!

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