Gli Obelischi di Roma

A Roma esistono 13 obelischi antichi, che complessivamente rappresentano circa la metà di tutti gli obelischi antichi esistenti al mondo; di questi 8 sono Egiziani e 5 di epoca antico Romana. Esistono anche 6 obelischi moderni, che a volte sono imitazioni di quelli Egizi ed altre volte semplicemente vi si ispirano. Gli obelischi erano innalzati dagli antichi Egizi in onore del dio Sole, erano solitamente dei monoliti in granito a base quadrata posti su un piedistallo cubico sopraelevato da alcuni gradini e la loro cuspide era ricoperta da una lamina dorata che potesse riflettere la luce; sulle facce del monolite venivano incisi i geroglifici, il cui contenuto, decifrato solo nell’ 800, si riferisce solitamente a decantare i titoli, le gesta e le lodi di qualche Faraone. A partire dal 30 a. c., con la morte di Cleopatra e la sottomissione da parte di Augusto dell’Egitto i Romani vennero a più stretto contatto con la civiltà Egizia e furono prelevati come trofei e bottino di guerra gli obelischi più belli e trasportati a Roma; probabilmente nell’Urbe arrivarono ad esserci oltre 40 obelischi Egizi. Per primo Augusto fece rimuovere da Eliopoli due grandiosi obelischi trasportandoli con zattere sul Nilo, poi per mare fino ad Ostia e passando per il Tevere arrivarono a Roma poco prima del 10 a. c.. Eretti uno sulla spina del Circo Massimo e l’altro in Campo Marzio, come gnomone per il solarium augusti, una enorme meridiana incisa su una platea presso l’Ara Pacis, dove oggi è S. Lorenzo in Lucina. Erano lunghi 22 m. (obelisco di Montecitorio) e 24 m. (obelisco Flaminio) e i romani per trasportarli costruirono navi di grandezza straordinaria per l’epoca; la prima suscitò tale meraviglia che Augusto volle che venisse conservata nell’arsenale di Pozzuoli dove poi un incendio la distrusse. Successivamente Caligola fece portare un altro obelisco, lasciato senza iscrizione geroglifiche e la cui datazione di realizzazione appare difficile, eretto nel Circo Vaticano nel 40 d. c. (obelisco Vaticano). Domiziano fece tagliare l’obelisco ora in piazza Navona, Adriano ne fece realizzare due, quello del Pincio e quello di Benevento, ad eterno ricordo del divinizzato Antinoo, il suo puer delicatus favorito. L’ultimo obelisco Egizio giunto a Roma è quello Lateranense arrivato nel 357 d. c. quando era Imperatore Costanzo figlio di Costantino, il più antico in assoluto. E non solo è il più antico (XV sec. a. c.) , ma è anche il più alto obelisco monolitico al mondo (32,18 m.), interamente ricoperto da geroglifici. Data la moda Egizia portata a Roma da Cleopatra, anche se del medesimo granito utilizzato dagli Egizi, alcuni obelischi furono realizzati a Roma in epoca Imperiale. In questo caso il monolite era privo di iscrizione, oppure vi venivano copiati dei geroglifici Egizi, ma non essendo ancora compresi nel significato, contenevano errori e fraintendimenti. Tutti, tranne uno: l’obelisco Vaticano rimasto sempre eretto nel corso dei secoli (la leggenda narrava che nel suo globo dorato vi erano le ceneri di Cesare) caddero in rovina col crollo dell’Impero, abbattuti insieme a tanti altri monumenti, già ai tempi delle prime invasioni Gotiche, rimasero sepolti per centinaia di anni sotto metri di detriti. Fin quando i vari Papi, nella demolizione della Roma Imperiale e ricostruzione della Roma Rinascimentale e Barocca, hanno fatto trasportare i pesantissimi monumenti nelle varie piazze di Roma e fuori di essa. Il primo fu Sisto V (1585-1590), con l’ausilio dell’ architetto Domenico Fontana, che fece trasformare Roma in un luogo di pellegrinaggio. Fece pertanto costruire grandi strade rettilinee per collegare le basiliche che ogni pellegrino doveva visitare (il famoso “giro delle sette chiese”) onde ottenere l’indulgenza plenaria (valida tutt’oggi) e salvarsi dalle fiamme dell’inferno. Gli obelischi di papa Sisto V erano punti di arrivo e di convergenza visiva nel nuovo assetto urbanistico dato alla città; diventandone una caratteristica, ripresa poi anche in epoca moderna con nuove forme. Come punti di riferimento fece trasportare e collocare 4 obelischi: a piazza S. Pietro, sull’Esquilino, a S. Giovanni in Laterano e a piazza del Popolo. A Roma esistono ancora 13 obelischi originali, anche se precedentemente erano almeno 17. Nel XVIII sec.: un obelisco è stato portato a Firenze nel giardino di Boboli a palazzo Pitti; 2 sono stati portati a Urbino davanti alla chiesa di S. Domenico; un altro obelisco si trovava sull’Isola Tiberina è crollato a terra nel XVI sec. e non è mai stato restaurato, alcuni frammenti sono conservati al Museo Nazionale di Napoli e nel museo di Monaco di Baviera. Roma possedeva anche un obelisco Axumita, che è stato restituito all’Etiopia nel 2005. Attualmente ponendosi al centro dell’incrocio tra via del Quirinale e via delle Quattro Fontane è possibile vedere contemporaneamente 3 obelischi: Quirinale, Sallustiano ed Esquilino; è l’unico punto nel mondo dove ciò sia possibile. L’elenco degli obelischi Romani ancora visibili sono: a piazza S. Pietro l’obelisco egizio Vaticano, a piazza del Popolo l’obelisco egizio Flaminio, a piazza S. Giovanni in Laterano l’obelisco egizio Lateranense, a piazza Montecitorio obelisco egizio di Montecitorio, a piazza del Quirinale obelisco egizio del Quirinale, a piazza dell’Esquilino l’obelisco antico romano Esquilino, a piazza Navona l’obelisco antico romano Agonale (fa parte della fontana dei Quattro Fiumi del Bernini), a piazza della Rotonda obelisco egizio del Pantheon, a piazza dei Cinquecento l’obelisco antico romano del Monumento ai Caduti di Dogali, a piazza della Minerva l’obelisco egizio del beniniano Elefante Obeliscoforo, a piazza di Trinità dei Monti l’obelisco antico romano Sallustiano, a Villa Celimontana l’obelisco egizio Matteiano, al Pincio l’obelisco antico romano di Antinoo. Roma ti sorprende anche con i suoi obelischi! È bello trovarseli davanti così maestosi e imponenti, negli angoli più caratteristici della città eterna. Incutono quasi soggezione tanto sono antichi e degni di rispetto, magico pensare che parlano lingue sconosciute e hanno visto avvicendarsi le genti più diverse, belli da vedere, bello cercarne le storie e leggende che li vedono protagonisti.

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