Giuseppe Siniscalchi, il Fronteversismo alla ricerca della profondità

Avvocato di professione e pittore autodidatta, Giusepppe Siniscalchi è l’ideatore del termine ‘’fronteversismo’’, pensiero artistico, filosofico e culturale che propone un nuovo ed originale tipo di pittura. Un segno, a volte apparentemente invisibile, lasciato dalla visione di un dipinto; anch’esso, difatti, si carica di anima e cuore, volti ad un cambiamento di pensiero dell’umanità, spinta a riflettere sul suo rapporto con l’universo per un più profondo rispetto della natura.

Il Fronteversismo si basa, quindi, sulla consapevolezza dell’uomo rispetto all’universo e sulla necessità di andare oltre le apparenze ed in profondità in ogni campo al fine di recuperare un’integrazione interpersonale, aspetto oggi troppo spesso trascurato a causa della routine quotidiana. In una società in cui i rapporti sono di facciata e in cui tutto è visto attraverso le lenti di schermi di computer e smartphone, il Fronteversismo intende invertire la rotta attraverso la conoscenza di se´e dell’altro e porre come fine la pace, valore assoluto per una convivenza rispettosa con l’ambiente.

L’idea del fronte e del verso invita tutti a riflettere sull’importanza di ciò che non si vede, ma che essenzialmente c’è.

Di importanza fondamentale è il concetto di impiego delle risorse naturali con un invito a non sprecare superfici preziose come ad esempio il legno e l’importanza della pittura anche nel verso delle tele e dei fogli di carta. Ciò non esclude il vuoto che, componente fondamentale del cosmo.

Siniscalchi, dunque, non avendo mai frequentato corsi di pittura ed essendo affermato nella sua professione forense, si trova in una posizione di tensione tra due vocazioni. Un pittore autodidatta che trova ispirazione nella tradizione culturale giapponese grazie allla disciplina del pensiero e dell’azione mistica nipponica.

Così l’interessante filosofia dell’artista pugliese sta prendendo piede in ogni angolo del mondo con opere ‘esposte ovunque. Recentemente, proprio nella sua terra, i suoi dipinti sono stati accolti dal nuovo museo Francescano Sant’Egidio di Taranto: uno spazio unico con esposizioni permanenti di opere del 1700 e contemporanee. L’ultimo dei tre percorsi previsti nella nuova pinacoteca-museo tratterà, difatti, proprio le opere di Giuseppe Siniscalchi, attraverso otto sue creazioni fronteversiste. Tra queste “La ruota della pace” del 2014, nata per caso quando l’artista per non sporcare il tavolo mentre dipingeva la tela “Luna e neve” ‘dedicata al figlio, decise di utilizzare una carta da pacchi.

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Comments

  1. Rispondi

    Bell’ articolo , chiaro ed essenziale . Congratulazioni e grazie👨‍🎨 🙏 Giuseppe Siniscalchi

    • Gabriele Guglielmino
    • 5 Luglio 2018
    Rispondi

    Leggo adesso l’articolo di Sara Pochesci denominato intelligentemente”Il Fronteversismo, alla ricerca della profondità” perché è proprio di questo che si tratta, ossia di andare oltre la superficie della tela per proseguire sui bordi e sul retro al fine di rendere il quadro, come in altre circostanze ho scritto, un oggetto da intendersi come opera d’arte totale.
    Mi preme aggiungere che la profondità di cui Sara Pochesci parla nell’articolo va ben oltre il superamento della semplice superficie fisica delle cose – sarebbe già un grande traguardo se consideriamo che è il problema posto dagli artisti da Giotto in avanti – in quanto la profondità a cui allude riguarda i rapporti interpersonali dell’intero globo finalizzati ad una pace ed amore universali.
    Ringraziamo per questo articolo limpido, sintetico ed esaustivo rispetto alla vocazione di Giuseppe Siniscalchi di estendere sempre di più le possibilità del Fronteversismo in Italia e nel mondo.
    Per il momento gioiamo di questa nuova sezione museale dedicata al movimento culturale-artistico nel museo francescano di Sant’Egidio a Taranto.

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