Giovanni Mancini, classe 50’, a soli 19 anni termina gli studi accademici e fonda lo Studio 29 di Pietrasanta, la sua città dalla nascita. La sua origine toscana non tradisce la tradizioni artistiche dei luoghi, vicinissimi alle cave di marmo del bacino versiliese e prossimi alla città di Carrara rinomata per il suo marmo conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. A Pietrasanta chiamata anche “Piccola Atene, la lavorazione del marmo e la fusione dei bronzi sono da secoli lo stimolo per gli “operatori del bello”. Tra i tanti la Lollobrigida ed Igor Mitoraj l’artista franco-polacco, già cittadino onorario di Pietrasanta, il cui Museo verrà aperto prossimamente e il grande Henry Moore .

“Io a Pietrasanta dopo l’elementari ho frequentato l’istituto d’arte Stagio Stagi- dichiara il maestro Mancini- Si, all’epoca non c’erano ancora le medie unificate. Dopo ho fatto il Liceo Artistico di Carrara poi dopo i primi anni all’accademia di questa città, andai a lavorare in una ditta lapidea, che faceva commercializzazione del marmo sia in blocchi che in lastre semilavorate e lavorati architettonici di esterni ed anche di interni. Abbiamo curato l’interno del British Museum a Londra e l’esterno del museo Van Gogh ad Amsterdam tanto per citarne un paio.”
Dopo anni lontani dal disegno artistico, nel 2007 ricomincia con i ritratti fatti in famiglia, utilizzando i pastelli secchi e morbidi (prodotti di altissima qualità mondiale), acrilico, olio. Ritrattista su commissione, sperimenta una tecnica che talvolta in Italia è considerata arte minore: “L’Acquerella”, detto alla Fiorentina o acquarello in italiano.
Un pittore la cui tecnica poliedrica ed eccelsa, rappresenta un raro esempio di chi dell’arte ha fatto la propria vita attraverso lo studio e la “bottega”. Opera dalle suggestioni oniriche e instancabile bellezza. La narrazione del Mancini appare poetica, soprattutto nell’uso ora delicato ora incisivo del colore privo totalmente di volgarità descrive un animo profondamente ricco di sensibilità.
I suoi nudi femminili sono così pieni di luce e di colori che fondendosi insieme donano alla figura un movimento plasticamente armonioso.
I suoi nudi femminili sono così pieni di luce e di colori che fondendosi insieme donano alla figura un movimento plasticamente armonioso.
Il critico d’arte dottoressa Eugenia Scarino dirà del Maestro: “L’eterno femminino, di nietzschiana e cartuccia a memoria, è da sempre oggetto del desiderio degli artisti, che vedono in esso la realizzazione dell’armonia e della perfezione. Mancini ne ha fatto un meraviglioso strumento di comunicazione. Una sorta di caldo malinconico erotismo, morbido e languido quello delle donne di Mancini che usa l’acquerello con grande maestria. Macchie di colore rendono le figure eteree e carnali nello stesso tempo, a seconda della intensità cromatica usata dall’artista. Figure angelicate si alternano a quelle da femme fatale che impaniano, avvolgono e seducono chi le osserva. Pudicizia, sfrontatezza, ritrosia scandiscono le varie fasi della giornata delle donne manciniane, dall’alba, momento del risveglio, al tramonto, ora di pseudo abbandono che prelude al sonno rigenerante.
La tecnica dell’acquerello diviene nelle mani dell’artista un perfetto strumento per sublimare le immagini e renderle evanescenti, mentre appaiono più incisive quando usa il pastello morbido. L’ocra, il Magenta, il cinabro, il blu nelle loro varie sfumature, diventano colori vivificanti, volti a sottolineare la linea di un seno, la piega di una gamba o una massa di capelli fluenti. È tutto diviene un signo sognato da sempre. “Cantore” della bellezza assoluta, Mancini ci offre generosamente il frutto della sua arte rasserenante che ci induce ad avvicinarci alla poesia del segno e del colore .
La tecnica dell’acquerello diviene nelle mani dell’artista un perfetto strumento per sublimare le immagini e renderle evanescenti, mentre appaiono più incisive quando usa il pastello morbido. L’ocra, il Magenta, il cinabro, il blu nelle loro varie sfumature, diventano colori vivificanti, volti a sottolineare la linea di un seno, la piega di una gamba o una massa di capelli fluenti. È tutto diviene un signo sognato da sempre. “Cantore” della bellezza assoluta, Mancini ci offre generosamente il frutto della sua arte rasserenante che ci induce ad avvicinarci alla poesia del segno e del colore .
Per una visita della collezione permanente, l’atelier del Maestro è lo “Studio 29” Galleria D’arte in Via XX Settembre, 75, 55045 Pietrasanta -Lucca-