Gino Coppedè e la forza di un sogno: dall’infanzia al Quartiere Coppedè

Qual è la storia del celebre architetto Coppedè, che ha realizzato l’omonimo incantevole quartiere di Roma? Una storia affascinante, che parte dall’infanzia per rimanere eterna nelle sue opere uniche e senza tempo.

Gino Coppedè nasce a Firenze nel 1866. La sua è una famiglia di artisti. A cominciare dal padre, orfano e di origini povere, che si riscatta diventando proprietario di una florida azienda di ebanistica: “La casa artistica”. È qui che si formano Gino e i suoi fratelli Adolfo, anche lui architetto, e Carlo, pittore. In questo ambiente Gino apprende l’arte dell’intaglio, la lavorazione del legno a fini decorativi e quel gusto per i dettagli che lo accompagnerà nell’arco di tutta la sua carriera. Tra la perizia tecnica e l’estro creativo.

Gino ha un sogno. Una sete di prestigio, una costante voglia di emergere sia dal punto di vista economico che accademico. Lotterà con determinazione per ottenere riconoscimenti nel mondo dell’architettura, anche se molto spesso rimarrà deluso.

Studierà per tutta la vita Architettura e discipline affini. Nel 1881 si diploma presso la Scuola di Arti Decorative Industriali di Firenze e nel 1891 ottiene la Cattedra di Disegno architettonico presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze.

In questi anni riprogetta e ristruttura il Castello Mackenzie di Genova. Realizza una struttura di lusso, in cui il gusto dei castelli medievali si fonde con la sofisticatezza moderna, con innovativi impianti di riscaldamento e piscina interna con acqua calda. Si tratta del suo primo vero successo, che lo consacra come architetto residenziale.

Inizia così a viaggiare e a progettare case dentro e fuori dall’Italia: in Toscana, Lombardia e Sicilia, a Lugano e a Siviglia.

Nel frattempo, anche la sua carriera accademica progredisce, ottenendo titoli e riconoscimenti importanti. Nonostante ciò, nei confronti di Gino cresce un clima critico, che non vuole accettare le sue innovazioni e riesce in parte a relegarlo in secondo piano nella storia dell’architettura moderna.

Così, di fronte alle critiche, il bisogno di riscatto si rinforza ancora. Gino vive il mestiere di architetto sempre di più come componente vitale della sua esistenza.

Nel 1917 inizia il progetto di Quartiere Coppedè, la sua opera più famosa e originale: una summa di tutta la sua esperienza. Quartiere Coppedè è un mondo a parte, fatto di magia, poesia, mistero e incredibile fascino. I “palazzi degli Ambasciatori”, l’ingresso monumentale, piazza Mincio con i suoi edifici e la Fontana delle tartarughe, la Casa delle fate… Sono solo le principali opere del quartiere, che ancora oggi incantano gli spettatori, e continueranno a farlo per sempre.

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