GEORGE SAND Ombre e luci della persona dentro al personaggio

Rileggo a distanza d’ anni la biografia di George Sand, al secolo Aurore Amantine – Lucie Dupin.

Dopo la rottura della relazione con Fryderyk Franciszek Chopin, in un momento di grande sofferenza, generata anche dai conflitti con la figlia Solange, la scrittrice francese scrive le proprie memorie .Nel testo, stampato per La Tartaruga edizioni negli anni 80, la Sand medita sul senso della vita e tenta di ricomporne i pezzi.

Ha cinquantun anni, per l’epoca è quasi vecchia. Nella superba e completa indipendenza che la connota sente il bisogno di ritrovare il filo di un’intima verità, è pungolata dal desiderio, confuso ma profondo, di qualcuno a cui potersi dedicare e dal quale ricevere attenzione.

La Storia della mia vita condensa le difficoltà dell’essere una donna in tutte le sfaccettature, rivelandosi in questo una narrazione attuale, quasi contemporanea. Racconta di contrasti, antichi, fra Aurore, la nonna, e Sophie, la madre, tese entrambe ad amare la piccola Amantine di un possessivo sentimento d’amore.

Aristocratica colta e raffinata, capace d’indipendenza intellettuale la prima, popolana sensuale, forte nelle passioni e nei rifiuti, altamente

instabile la seconda. Algida e controllata Aurore, umorale e liquida Sophie.

Sullo sfondo “donne felicemente maritate” che ricamano l’opacità di un silenzio dentro il peso che ruolo e convenzioni loro impongono. Si dibatte Amantine/George fra il bisogno di appartenere a qualcuno e il desiderio di sfuggire a quel bisogno: il perdersi nell’esperienza ed il ritrovarsi per rifletterci sopra contrappunta tutti gli avvenimenti significativi della sua vita.

Il padre, morto quando lei aveva appena quattro anni, diventa la meta di incontri impossibili: il contatto intimo e profondo con un uomo emotivamente maturo, in grado di leggere i sentimenti della scrittrice senza temerli, sfuggirà, passo dopo passo, esperienza dopo esperienza. Offuscata la speranza di potersi mostrare anche indulgente Amantine/George diventa vittima del suo stesso disincanto: la manifesta disinvolta volontà di andare oltre cela lo sguardo di chi vuole perdere quell’amore da cui si aspetta invece ascolto.

Il mondo di George Sand s’ intercetta spesso come ossimoro esistenziale: ambivalente, contiene una sorta di irresolutezza compiuta, profonda. Un dirsi femminile che, come suggeriscono nella prefazione Marina Piazza e Paola Forti, parla con intensità forte, almeno quanto la voce di un bambino che vive lo sgomento di un dolore più grande di lui, mentre il mondo degli adulti, imperturbabile, gioca carte di rapporti, relazioni,

intrecci eterogenei e sfumati, con uomini, con donne, con altri alieni.

Riferimenti biografici

George Sand, Storia della mia vita Autobiografia a cura di Marina Piazza e Paola Forti, La tartaruga edizioni, Milano, 1981

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