FORTEZZA DI RADICOFANI IN TOSCANA: LA ROCCA DI GHINO DI TACCO

Antica fortezza e avamposto pontificio di grande importanza strategica, Radicofani è uno splendido borgo medievale della Val d’Orcia, in provincia di Siena. Meta imperdibile per chi vuole riscoprire il volto più remoto e autentico della Toscana, vanta un contesto storico, artistico e paesaggistico da esplorare fino in fondo. La possente fortezza o rocca di Radicofani svetta da più di mille anni sopra il borgo. Costruita sulla cima di un’imponente rupe basaltica di 896 metri, già abitata da Etruschi e Romani, fu nominata per la prima volta nel 973 e da allora domina tutto il territorio compreso fra il monte Cetona, la Val d’Orcia e il monte Amiata. Si sa che furono i Carolingi a farla erigere, nel IX secolo, ma nel tempo l’edificio è stato conteso da varie potenze che ne hanno fatto il proprio baluardo. Passò in mano allo Stato Pontificio nel 1153, che ne intuì la posizione strategica e ne sfruttò le potenzialità che ne derivavano dall’essere una realtà fortificata proprio a ridosso della via Francigena. La rocca di Radicofani infatti venne usata da Papa Adriano IV per arginare l’avanzata, sia politica che militare, di Federico I il Barbarossa che governava la Toscana centro sud dall’alto del castello di Montegrossi. Sul finire del quattrocento fu Siena a poter utilizzare questa roccaforte per difendere la propria Repubblica, così come, circa un secolo dopo, Cosimo I de Medici promosse un’azione di ammodernamento della fortezza affidando l’incarico all’architetto Baldassarre Lanci. Più che a ogni grande personalità, però, il castello è legato ad un personaggio: Ghino di Tacco. Messere Ghino di Tacco era il Robin Hood italiano e per ben due volte nel 1297-1296 e nel 1300, rocambolescamente occupò la fortezza. Egli nacque a Torrita di Siena dalla famiglia nobile Cacciaconti Monacheschi Pecorai, una delle più importanti della zona. Di grande statura e possenza, dotato di un insolito coraggio, viene cacciato dalla sua città per le attività delinquenziali (anche il padre e il fratello sono accusati di rapine) e trascorre diversi anni da brigante in Maremma. Dal 1297 al 1300 è a Radicofani dove, impossessatosi del castello sottratto alla Chiesa, spadroneggia nel territorio con le sue gesta, per alcuni come “castigatore di ingiustizie e di potenti”, per altri semplicemente come “audace bandito”. In questi anni si impone la leggendaria figura di Ghino di Tacco, ribelle ghibellino che elegge nella rocca la base delle sue imprese da” brigante gentiluomo”, menzionate anche da Dante Alighieri (Purgatorio, VI, 13-14) e dal Boccaccio nel Decamerone. La fortezza andata in rovina nel 700 (venne infatti distrutta nel 1735 dal suo stesso comandante Pietro da Piancastagnaio per vendicarsi dalla sua rimozione dell’incarico), è stata parzialmente ricostruita e restaurata con il finanziamento FIO (fondo per gli Investimenti e l’Occupazione, creato dal Ministero del Bilancio nel 1982) di quasi dieci milioni di euro. La rocca di Radicofani ha una forma difensiva esterna pentagonale, mentre quella interna ha forma triangolare con le rovine delle tre torri angolari e un corpo centrale, cassero restaurato e visitabile al pubblico dal 1999. Tra l’ingresso e il cassero si trova un ampio piazzale chiamato la Scoperta. Il castello oggi ospita appunto il museo del Cassero, dove sono custoditi anche reperti archeologici a partire dall’età Etrusca fino al 500 ed è ricostruita la lunga storia della fortezza ed i suoi restauri. Potrete scoprire la storia di questo affascinante castello, dalle origini ai giorni nostri, grazie a una serie di pannelli fotografici, plastici e ricostruzioni virtuali. Per l’accesso si possono visitare i passaggi sotterranei, le postazioni di tiro, i bastioni ed i camminamenti sulle mura. Spettacolare è lo scenario di cui si può godere raggiungendo la sommità della torre del cassero, a mille metri di altezza, da dove lo sguardo si perde sulle colline patrimonio Unesco della Val d’Orcia. Altri luoghi di grande rilievo storico che rendono il borgo di Radicofani unico nel suo genere sono il palazzo Pretorio e le due principali chiese: San Pietro (XIII secolo) e Sant’Agata (XVIII secolo). Il cuore del borgo di Radicofani è ricco di segreti e meraviglie che si offrono allo sguardo dei visitatori. Ad ogni passo vi imbatterete in luoghi di incredibile suggestione, chiese antiche che custodiscono tesori unici e la statua in pietra di Ghino di Tacco, simbolo dell’anima autentica della cittadina. Godetevi il paesaggio che vi circonda: vi sembrerà che il tempo si sia fermato.

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