Evoluzione del turismo archeologico

Il turismo archeologico ha un ruolo importante in tutto il mondo, ma in Italia rappresenta un fenomeno che implica situazioni di diverso tipo. Come prescindere da un aspetto sociale ed economico che emerge dallo sviluppo e dall’interesse per tale settore sempre più crescente? Sono diversi i comparti della vita degli esseri umani organizzati in base a tale attività rispetto al territorio in cui questo fenomeno esiste.

Si evidenzia sempre più la necessità di un’Archeologia Pubblica volta a sostenere il patrimonio culturale, archeologico di un luogo, per tutelarlo e trasmetterlo alle generazioni future. Si riconosce la necessità di una “comunità di patrimonio” pronta ad impegnarsi in un ruolo più attivo, persone che non siano solo gli specialisti, i funzionari preposti per la tutela, ma anche i cittadini, le comunità locali, gli utenti stessi.

Come afferma Giuliano Volpe:“In tal senso l’alleanza tra turismo e patrimonio risulta assolutamente fondamentale, non già per snaturare il patrimonio culturale ma semmai per rendere più colto il turismo: non più elitario, ma di migliore qualità, più rispettoso dei paesaggi e del patrimonio, e anche più lento e capace di offrire una vera, intesa, piacevole esperienza di vita e di conoscenza delle mille peculiarità culturali dell’Italia e delle popolazioni di ogni parte, anche la più remota, del nostro Paese.”

Gli stakeholders così definiti oggi, sono coloro che hanno aziende, alberghi, ristoranti, attività che fanno parte del territorio. Oggi il turismo è sempre più legato alla leisure, al divertimento, al piacere per cui diverse attività possono essere inserite nel pacchetto turistico per invogliare i turisti.

L’archeologia è diventata sempre più di moda, il turista non appare più come colui che nel Grand Tour ricercava una formazione, una conoscenza.

I giovani rampolli di famiglie aristocratiche, soprattutto del nord Europa si recavano in varie città europee per fare un’esperienza di quello che apparteneva ad un mondo antico, ma che creava le radici per il nuovo mondo. Esperienza, curiosità, viaggio a scopo culturale, che invece oggi porta spesso ad un’attività de-intellettualizzata, non importa conoscere la storia del luogo ma guardare, divertirsi e magari fare shopping. Un buon connubio sono i villaggi storici, ricostruzione dei luoghi antichi, usi e costumi, dove spesso gli stessi turisti diventano attori, divertendosi imparando, noto come il fenomeno di edutainment, educazione e intrattenimento. Il turismo archeologico è appartenuto per lungo tempo ad una fetta di turismo più esclusiva, un po’ di nicchia, ma oggi la tendenza sta cambiando. Si passa da un turismo d’élite alla ricerca di spazi determinati, al turismo un po’ più di massa, dove spesso le scelte ricadono su offerte di mercato più convenienti legate al tempo, alla disponibilità, al pacchetto completo. Spesso viene apprezzata più la quantità di distrazioni che la qualità delle stesse.

Oggi molti tour operator cercano di personalizzare le offerte, collegandosi ad associazioni archeologiche, pubblicizzando su riviste di settore, garantendo dei servizi migliori, anche in relazione al target delle richieste.

Il turismo archeologico fa parte del settore del turismo culturale sempre più in espansione. Incontrare il mondo del passato risveglia sensazioni, percezioni, che appartengono un po’ a tutta l’umanità. Ritrovarsi nella piana d’Egitto, accanto alle tre piramidi e alla Sfinge, porta in una dimensione altra, un posto che esce dal contesto ordinario, porta in un viaggio al di fuori del tempo e tutto questo regala un’esperienza sensoriale unica e speciale. Esplorare il Machu Picchu nel Perù degli Inca, osservare quel panorama mozzafiato, che è lo stesso di altri tempi permette l’incontro culturale, l’esperienza storica che risveglia e abbraccia aspetti sensoriali emozionali memorabili. Avere un confronto con un mondo diverso spesso desta riconoscimento e appartenenza.

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