Emanuele Biagioni: nelle sue opere Giovanni Pascoli e Vincent Van Gogh dialogano.

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole.”Cosi citava il grande letterato di fine ottocento Giovanni Pascoli. Un sole, come un lembo di terra che va ricercato, afferrato e rimesso indietro nella natura che da sola poi recita e declama il suo splendore;uno splendore aureo, che anche il pittore olandese Vincent Van Gogh, esaltava nelle campagne di Arles, e inneggiava nei suoi innumerevoli girasoli. Il giallo, in terra pascoliana, a Barga, in provincia di Lucca, viene sapientemente arricchito e dipinto dal maestro Emanuele Biagioni.

Figlio del suo tempo e dei luoghi dove cresce e vive, Emanuele inevitabilmente respira e dialoga con la natura, una natura tacita e avvolgente, protagonista assoluta delle sue opere, dove il colore è brillante, la luce i riverberi, si posano dolcemente sulla tela.

 

Ne consegue un lavorio incessante e continuo, sull’attimo fuggente che la natura ci offre,  attimo e momento che  Claude Monet, il padre della pittura impressionista, catturava nelle sue Cattedrali e nelle sue amatissime Ninfee. “Ogni colore che noi vediamo nasce dall’influenza del suo vicino”, sosteneva il pittore francese, e a distanza di secoli gli fa da eco Emanuele, nel momento in cui accosta tra loro i colori da lui amati, il giallo, il viola, il blu, per dare inizio ad una sinfonia musicale anzi coloristica.

Proprio dallo studio dei grandi del passato tra cui anche  William Turner, trae ispirazione Emanuele Biagioni,  da sempre innamorato, oltre che della poesia romantica del grande vedutista inglese anche  della forza del turbinio del cielo della notte stellata di Vincent Van Gogh: un quadro, a suo avviso, semplicemente perfetto per equilibrio e forza.

Emanuele sin da piccolo, ha intrapreso la strada della pittura  con il desiderio di farne la sua unica e sola professione; specializzandosi all’Accademia di Belle Arti, conseguendo innumerevoli, premi e viaggiando all’estero, per mostre, corsi ed esposizioni, ha arricchito prima il suo curriculum e poi il suo essere uomo, autografando il suo presente.

Dai colori dell’impressionismo, con il tempo Emanuele, è passato a qualcosa di più moderno, sfruttando il nostro contemporaneo, fatto di traffico, auto, semafori e soprattutto riflessi, che tornano spesso nelle sue  opere, cercando di mantenere i contrasti di luce propri del suo essere, e della sua terra, o per andare lontano nella magica piazza di Times Square a New York che da sola esalta la sua pittura.

Un uomo che dipinge come Vincent i suoi sogni, che colora le sue stanze di colori, che investe la sua mente di creatività e il suo estro di passione, una passione continua, che come un ruscello si alimenta e si ributta in gioco.

La natura in questo è amica favorevole, musa per Pascoli, e musa per Emanuele, essendo la sua, una terra aspra ma forte, rigogliosa e divina quasi intoccabile, inavvicinabile, ma non per questo impossibile.

 

 

 

 

 

 

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Comments

  1. Rispondi

    Grazie, è stato emozionante leggere queste belle parole rivolte alla mia arte.. una poesia.. !

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