DOTT.ENRICO FORESTA L’ARTE DELLA RINOPLASTICA!

La rinoplastica è uno degli interventi più richiesti di chirurgia estetica in Italia. La decisione di “rifarsi il naso” può cambiare l’aspetto dell’intero viso e non soltanto della parte interessata,uno degli interventi chirurgici più antichi della medicina.

Ed è proprio il naso la parte che ha interessato da sempre il Dott Enrico Foresta,specialista in chirurgia maxillo-facciale con un master di II livello in chirurgia plastica estetica della testa e del collo. Attualmente esercita come libero professionista e come dirigente medico presso il policlino “A.Gemelli” di Roma e professore a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.Docente in corsi di perfezionamento di chirurgia orale, settorinoplastica e lipofilling. Membro dell’EAFPS (European Academy of Facial Plastic Surgery) e dell’AICEF (Associazione Italiana di Chirurgia Estetica Facciale). Da molti anni svolge la sua attività professionale occupandosi soprattutto della medicina estetica e della chirurgia plastica estetica del volto, in particolare delle settorinoplastiche dove ha maturato una grande esperienza. Durante la propria carriera ha altresì partecipato a numerosi Congressi, Simposi, Corsi di Aggiornamento e Perfezionamento.

L’uomo è stato sempre attento all’estetica, al suo profilo, alla grandezza del suo naso,molto probabilmente per la posizione che ha nel volto: centrale,tra gli occhi e la bocca. Zone del corpo che hanno sempre avuto un ruolo importante nel concetto di estetica facciale.

Se ripercorriamo la storia possiamo già identificare nei bassorilievi egizi la ricerca della personalizzazione e dell’identificazione mediante la rappresentazione soggettiva dei profili, così il mento, le labbra ed il naso sono nelle loro opere caratteristiche fondamentali e molto enfatizzate. Con l’arte greca nascerà il cosiddetto “profilo greco”. Mentre nell’epoca romana il volto identificato sempre con un profilo rivolto a destra verrà utilizzato anche come propaganda politica. Altro periodo storico che vede il profilo protagonista in molte opere sarà il Rinascimento: famoso il ritratto di Federico da Montefeltro e Battista Sforza, opera di Piero della Francesca, in cui i coniugi, nonostante i profili non perfettamente in sintonia con i concetti di estetica, trasmettono eleganza ed individualità.

Nel corso dei secoli la profiloplastica ha assunto aspetti estetici e tecnici diversi ed ora può essere definita vera arte. Non basta ,infatti ,eseguire meccanicamente la procedura perché l’esito sarebbe un profilo in serie. Il chirurgo deve tenere in considerazione molti aspetti, i lineamenti del volto, le sue dimensioni, il taglio degli occhi, lo spessore della cute, la grandezza delle labbra, il sesso, l’altezza ecc.. Ogni naso è diverso dall’altro, così ogni caso rappresenta una sfida.

Qualche decennio fa questa procedura era un privilegio per pochi. L’aspetto più importante era quello estetico, mettendo in secondo piano quello funzionale. Oggi i due aspetti non possono essere scissi, anzi nella maggior parte dei casi i pazienti si sottopongono ad una visita in quanto riferiscono problemi funzionali che sono a loro volta legati a difetti estetici. Così, risolvere l’imperfezione significa risolvere il problema funzionale e di conseguenza migliorare esteticamente.

Anche i limiti chirurgici sono cambiati, rendendo la procedura più affidabile e predittiva.

Attualmente esistono due approcci : la chiusa, cioè le incisioni vengono eseguite all’interno del naso e la scheletrizzazione avviene “a cielo chiuso”, la riuscita dell’intervento è affidata alla sensibilità tattile del chirurgo ed alla sua esperienza. L’aperta, cioè alle incisioni all’interno del naso si associa una piccola esterna che diventerà invisibile nel corso del tempo. In questo caso la scheletrizzazione avviene “a cielo aperto”, il chirurgo vede il difetto e lo modifica. Approccio molto utile nelle settorinoplastiche che hanno avuto complicanze (le cosidette secondarie, terziarie ecc.). Sono anni ormai che si discute su quale possa essere la tecnica migliore. In realtà le tecniche si sono cosi affinate che non esiste più differenza tra le due. La differenza è solo sulla bravura, sull’esperienza e sul gusto estetico del chirurgo.

Anche le fasce di età dei pazienti è cambiato ,ormai è un intervento che viene eseguito sui pazienti che hanno dai 18 ai 60 anni di età ed in entrambi i sessi. Non ci sono controindicazioni a parte poche patologie di base che però devono essere valutate caso per caso.

“Esiste una certa diffidenza e paura per questo tipo di intervento”,ci dice il Dott Foresta, “molto probabilmente per storie tramandate o cattiva informazione. In realtà l’intervento è quasi completamente senza dolore. Personalmente”,continua il dottore,” non uso tamponi nasali che potrebbero impensierire. A fine procedura il paziente avrà una piccola mascherina nasale, una sorta di tutore, sopra il dorso del naso necessaria per tenere ferma tutta la struttura osteocartilaginea e dopo una settimana viene rimosso senza dolore. La durata dell’intervento varia a seconda del caso. In casi molto particolari può essere eseguito anche in anestesia locale. Una complicanza variabile da paziente a paziente rappresenta la formazione dei lividi sotto gli occhi che però hanno breve durata e non sono particolarmente fastidiosi; per le donne sono facilmente nascondibili con l’ausilio del trucco”

La settorinoplastica è arte! Chi la esegue deve avere una spiccata sensibilità per l’estetica, rappresenta una sfida diversa per ogni caso…è un ‘opera d ‘arte che porta la firma di chi la esegue…

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