Come sosteneva il grande poeta e drammaturgo inglese William Shakespeare: “Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata da un sonno”
Inconscio che parla e dirige come un direttore d’orchestra la nostra vita, un inconscio che dialoga con la parte più vera di noi fino a divenire grottesca…”; chinarsi a questo mondo così affascinane e criptico è la filosofia dell’artista Cristiano Quagliozzi.
Definire Cristiano è come definire un segno, un tratto, ovvero impossibile, perché ogni segno richiama un altro segno e un punto diviene linea e ritorna punto; grande padronanza nel gesto grafico, nel disegno e non solo anche grande nella pittura in tutte le sue declinazioni.
Protagonista assoluto è il suo io o meglio la sua dimensione onirica, reminiscenze mitologiche, satiri e ninfe, e qualsiasi soggetto che porti a scandagliare e scrutare la sua essenza e la sua dimensione più autentica.
Il disegno, o meglio il segno il racconto di sé trasferito poi sul foglio, sulla tela, ha sempre fatto parte della sua vita, già dall’età di quattro anni disegnava dei personaggi che poi faceva muovere in dei paesaggi, una forma di meta-realtà che trasfigurava la presente e nello stesso tempo se ne impossessava. Lui stesso ama molto il disegno, il ritratto, che gli permette appunto di scrutare e percepire.
Una giusta e naturale conseguenza alla sua propensione alle arti figurative, dopo il liceo artistico, si laurea all’Accademia delle Belle Arti presso la cattedra del professore Andrea Volo, con una tesi su Giulio Paolini e l’arte concettuale, conseguendo il massimo dei voti.
Nel 2008 la sua prima mostra personale con una forte impronta concettuale, presso la galleria Acquario di Roma dal titolo “Concetti Astrali”; di lì a poco realizza molti disegni inchiostro su carta, collaborando inoltre per case editrici o discografiche, con opere nate spontaneamente e nello stesso tempo ricercate.
La sua prima raccolta di disegni, si intitola “Quando gli uomini non avevano le ali”, per la casa editrice Polimata, e poi ancora un’altra raccolta “ Orizzontale verticale, libere visioni e interpretazioni “per la Casa Editrice Progetto Cultura; un’attività di elaborazione artistica e critica che viaggia parallelamente con le sue opere di performance dove lui interagisce con il pubblico.