Una coppa piena di limoni per i giovani tennisti del futuro

Lemon Bowl. Ai non appassionati di tennis non dirà granché, ma invece è il nome del torneo juniores con più partecipanti al mondo e si svolge proprio a Roma, tra i circoli New Penta 2000, Polisportiva Palocco ed Eschilo 2. Il torneo quest’anno, nonostante la pandemia in atto che ha ridotto il numero di tennisti esteri, ha contato un record di iscrizioni di oltre 1200 partecipanti.
Ed è proprio il responsabile del settore tennis della Polisportiva Palocco, Andrea Romani, che ci accompagna in un piccolo viaggio nel grande mondo del tennis giovanile.

Il Lemon Bowl per tanti giovani tennisti, alcuni dei quali aspiranti professionisti, è l’occasione per confrontarsi con coetanei provenienti da altre regioni o addirittura da altre nazioni, ed è quindi il vero primo test per allargare gli orizzonti di una fortissima passione.
È già da qui che gli atleti che un domani potranno competere ad alto livello emergono per atteggiamento, attitudine e resistenza alla pressione del risultato.
Pressione del risultato che alle volte purtroppo arriva dalla famiglia, da genitori che vogliono e pretendono che il figlio sia un astro nascente del tennis mondiale e che diventi a tutti i costi il futuro Roger Federer. I ragazzi quest’anno secondo Andrea saranno chiamati, nella maggior parte dei casi, ad uno sforzo mentale superiore, dato che l’assenza di pubblico per il contenimento del Covid-19 potrà far percepire più ingombrante la presenza del genitore o dell’allenatore in tribuna.
Sarà quindi un ulteriore banco di prova per “pesare” il loro carattere ed affrontare, con un pizzico di esperienza in più, le avventure che si presenteranno in futuro.

Il torneo è molto famoso per gli addetti ai lavori, tanto che all’interno dell’albo d’oro del torneo troviamo nomi molto “pesanti” come Ivan Ljubicic (attuale allenatore di Roger Federer), Mario Ancic, Jelena Jankovic, Ana Kournikova ed altri; negli ultimi anni hanno preso parte al torneo anche Matteo Berrettini, attuale numero 10 della classifica ATP, e Camila Giorgi, attuale numero 76 del ranking WTA, tuttavia senza vincerlo. Andrea ci spiega che il tennis a livello di gioco e di racchette si è evoluto parecchio da quando nomi importanti hanno vinto il torneo, e questo in un certo modo ha ritardatol’arrivo dei risultati in giocatori promettenti.
Altro fattore molto molto importante che ha cambiato radicalmente l’età del tennista “maturo” è il fatto che le carriere dei giocatori si sono allungate: vediamo come i tre mostri sacri del tennis mondiale (Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic) stiano continuando a dominare la classifica ATP ben oltre i 30 anni di età, e questo inevitabilmente costringe i giovani talenti che stanno venendo su a dover fare davvero gli straordinari per portarsi a casa un torneo di valore.

Qui si finisce automaticamente a parlare di un grande talento del nostro tennis, che sta inesorabilmente scalando la classifica mondiale: Jannik Sinner.

Secondo Andrea sarà importantissimo non “bruciarlo” sotto il peso delle aspettative. Il sempre più vicino ritiro di Federer creerà sicuramente un vuoto negli appassionati, e un giocatore silenzioso, composto e giovane come Sinner potrebbe adottare alcuni di questi Roger-fan rimasti orfani.
Jannik ha la fortuna di emergere nel momento corretto: questo 2020 ha confermato Nadal Re indiscusso della terra battuta, ma lo ha anche visto faticare più del solito sulle superfici veloci ed adottare schemi tattici volti al chiudere lo scambio più velocemente possibile: questo potrebbe essere un segno dei tempi e che per un tennis fisico come il suo non ci sarebbero ancora molte primavere da giocare.
Tutte queste considerazioni andrebbero a vantaggio dei tennisti nella top ten, ma anche facilitare la scalata di Sinner, sempre che lui sia capace di confermare o, perché no, migliorare i risultati del 2020.

Questo momento storico sicuramente, con il tennis ed il padel che sono praticamente gli unici sport praticabili a livello amatoriale perché non di contatto, sta facendo avvicinare molte persone agli sport di racchetta; è altrettanto indubbio che avere un giovane italiano così umile e sorridente che si possa stabilmente accasare tra i primi dieci tennisti al mondo (e magari anche tra i primi cinque) non possa che fare benissimo al movimento di uno sport che, come pochi altri, è davvero per tutte le età.

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