Una continua sfida conto la banalità, Bruno Conte

“Sono venuto al mondo ed ero già fotografo” così Bruno Conte ama descrivere la sua passione.

Nato a Roma studiò presso la Scuola di Fotografia del Centro Sperimentale di Fotografia Ansel Adams e parla dei suoi primi scatti come diversi modi di immortalare le tappe della sua vita, ciò che lo ha circondato: “ Crescendo, mi colpivano le espressioni della gente comune, e ho fotografato migliaia di volti” .

Dai suoi giocattoli a pochi mesi, alla sua famiglia quando era adolescente, diventa padre e suo figlio è protagonista delle sue foto: “Sono voluto diventare produttore dei miei ricordi, della mia memoria […] i miei ricordi sono a km 0”.

Dal 2017 decide di impostare la sua vita diversamente , e dopo sei anni di attività di fotografo commerciale a Roma e altrove, è animato dal desiderio di far maturare la voglia di esprimersi attraverso la fotografia nelle persone di qualunque età.

Il percorso formativo si organizza in lezioni individuali che hanno lo scopo di creare un’evoluzione: “dove il mezzo fotografico torna ad essere tale e la persona si occupa solo di trasferire nelle fotografie le proprie emozioni, il proprio stato d’animo, i propri sentimenti, la propria vita”.

Come è stata la sua storia di “bio fotografo”, così il suo obiettivo è forgiare nuovi fotografi che rendano i propri scatti una documentazione della propria vita: “Tutti abbiamo una vita interessantissima da raccontare, con le sue gioie, le sue tragedie, la sua quotidianità”.

Roma in bianco e nero è il uso progetto più longevo: documentare la bellezza di Roma e le sue sfaccettature, nella continua sfida di catturare prospettive nuove della capitale e renderle note al resto del mondo: “credo che se le persone avessero più sotto gli occhi quanto di bello c’è ancora i questa città, forse aumenterebbe la consapevolezze e forse il rispetto per la sua unicità”.

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