Comicità: tra genio e follia

La comicità è un’arte, è quel lato popolaresco che arriva subito alla gente, alle volte drammatico, altre, come direbbero i napoletani “verace”. Spesso è anche figlio di una critica, sì perché c’è un po’ di follia nella comicità, in fondo di cosa ridiamo? Della miseria, della fame, delle sofferenze che affliggono la società.

La follia, quella che si intende per: sei matta? Svitata? Hai perso la zucca? Non è che una formula magica e vi rivelo il segreto: tutti i migliori al mondo sono matti, possiamo pensare ai prevedibili come Van Gogh o Alda Merini, da sempre visti come un po’ “spostati” e poi ci sono quelli che nella loro follia o genialità hanno costruito un personaggio, pensiamo a Totò che veniva definito “volgare”, perché accennava sempre a doppi sensi, la grande Anna Magnani è l’esempio di un’attrice comica e drammatica allo stesso tempo.

La comicità è una commedia che scherzando tira fuori i difetti di tutti noi. Ma poi i tempi cambiano, cambia la società e naturalmente le generazioni, il modo di fare umorismo e la voglia di ridere. Ora su cosa scherziamo? Dopo Sordi, Vittorio Gassman, Manfredi, chi ci fa veramente “prendere in mano la pancia” come si suol dire dal ridere…

Per avvicinarci un po’ ai nostri giorni direi, Verdone, Benigni, Troisi, Moretti ma con una forma di comicità più costruita, più acculturata. La commedia si identifica nella follia e nella genialità, nel raccontare le cose di una realtà che ribalta la verità e infrange lo specchio e il riflesso di ciò che siamo e rischia perdendo la ragione. Quella mente bruciata e contorta di molti comici o artisti è l’originalità dell’estro, non farà ridere il mondo ma sicuramente colui che è predisposto a modificare le aspettative e si concede nuove prospettive. La risata più popolare è basata sull’allusione detta fra le righe della nostra goliardia, la forma più dissacrante che sprigiona una risata vera. Bisogna dare spazio alla meraviglia, coltivare la risata, quella luce che entra e prende il sopravvento sul buio.

L’ironia è un talento, è linfa che nutre la mediocrità del vivere, è arte che ti fa sentire un po’ cambiato dopo aver goduto della positività. Il nostro in fondo è un viaggio su questa terra, attraverso cui viviamo e ci nutriamo di “pilastri” come la musica, il cibo, la lettura, e poi la gioia, la felicità, la leggerezza, sono echi dei nostri bisogni complessi nelle vibrazioni primordiali da cui l’uomo discende. Origine e sostanza del mondo, la risata è il momento della celebrazione della vita, è una compagna di viaggio a cui concedo volentieri il bis.

La comicità unisce presente, passato e futuro, è l’arte dei secoli intrecciati fra follia e genialità, figlia dl proprio tempo, con la sua creatività che non va mai controtendenza e danza come pensiero di quella raffinata forma di arte che torna e dove si ritorna per il bisogno di ridere e vivere. Sì, perché la risata è la testimonianza rara di singolare intensità, una risposta che accompagna attimi di vita con gli occhi bagnati e le mandibole doloranti. Momenti irresistibili per chi ama la vita per chi della follia è visionario e testimone di un ritratto dove si predilige l’intensità e quindi auguriamoci un rendez-vous.

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