Cinquant’anni senza Caravaggio, il pentito Grado: “Fu venduto da Badalamenti agli svizzeri”

La testimonianza raccolta dalla Commissione Antimafia: “Cosa Nostra agì in un secondo momento”

Nella storia del furto della “Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi”, dipinta da Caravaggio nel 1609, gioca un ruolo chiave un uomo di nome Gaetano Grado. Grado è un collaboratore di giustizia che, pur essendo latitante all’epoca del furto, ha rilasciato – negli anni scorsi – alcune dichiarazioni che la Commissione Antimafia ha ritenuto importanti.

“Ricordo bene i fatti […] – disse sentito in data 11 maggio 2017 dai delegati della Commissione – Nel ’69, quando è successo che a San Lorenzo hanno rubato questo quadro della Natività di Caravaggio […], io avevo una mansione nel palermitano. Siccome avevamo deciso che nel centro di Palermo non ci dovevano essere più famiglie mafiose, io allora avevo il compito di tenere ordine nella città di Palermo, e da latitante io giravo tranquillamente come tutti i latitanti, non c’era problema. Per avere notizie di sopravvissuti della città,

delle famiglie mafiose di Palermo. Tutte le mattine loro avevano il compito di venire da me a rapportarmi tutto quello che succedeva. Una mattina stavo leggendo il giornale […], dopo due giorni che era scomparso il Caravaggio. Passa Gaetano Badalamenti e mi fa: ‘Tanino, tu che scendi a Palermo vedi di interessarti a u Caravaggiu. Dice che hanno rubato ’sto quadro che ho sentito che ha un valore inestimabile’. E io ho detto: ‘Va

bene Tanì, ora te lo faccio sapere’.”.

Grado, nella deposizione alla Commissione Antimafia, spiegò di aver parlato della questione con “Giuseppe Di Maggio di Brancaccio” che, secondo quanto riportato nella relazione della Commissione Parlamentare Antimafia, iniziò a interessarsi del caso e riuscì a individuare uno dei giovani autori del furto. Ai ladri, secondo quanto riferito da Grado, furono versati 4 o 5 milioni per recuperare il quadro. E alla domanda se il furto fosse stato commissionato da Cosa Nostra, Grado rispose negativamente, riferendo che si trattò di un’operazione autonoma “della batteria di ladri”.

Subito dopo il recupero, da quanto emerge nella ricostruzione della Commissione Antimafia, il quadro fu spostato più volte fino a giungere in una grotta di San Ciro Maredolce (una chiesa sita nella periferia est di Palermo).

Secondo gli accordi, successivamente, il dipinto venne poi consegnato a Stefano Bontade il quale, a sua volta, lo mise a disposizione di Gaetano Badalamenti che prese in consegna la Natività portandosela nelle sue proprietà di Cinisi. Secondo Grado, Tano Badalamenti, era collegato a un trafficante di opere d’arte di origini svizzere al quale intendeva rivendere la tela. Non si sa se l’iniziativa fu assunta da Badalamenti che aveva fiutato l’affare o dallo stesso svizzero venuto a conoscenza, tramite la stampa, del furto dell’opera. “Questo vecchio di cui non so precisare il nome – spiega Grado alla Commissione – disse a Badalamenti: “Lo compro io, però sappiate che non si può vendere perché è di un valore inestimabile. Va diviso in base al numero degli acquirenti che trovo”.

Il Caravaggio, quindi, avrebbe lasciato la Sicilia tutto intero per poi essere diviso, in 4, 6 o 8 parti in Svizzera.

2- Continua

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