Centrale monte martini: marmo e ingranaggi

Una centrale termoelettrica dismessa perché obsoleta e adibita a museo di arte romana: la Centrale Montemartini è un ottimo esempio di riqualificazione di vecchi edifici e riutilizzo al favore dei cittadini.
Fu inaugurata nel 1912 ed era il primo impianto pubblico di produzione elettrica dell’allora “azienda elettrica municipale” (oggi Acea) e fu intitolata a Giovanni Montemartini (teorico delle municipalizzazioni). Nel 1963 la produzione elettrica fu interrotta perché l’impianto risultava obsoleto cadendo per più di vent’anni nella decadenza finché la stessa Acea non decise di restaurare il corpo centrale del complesso, destinando lo spazio a scopi culturali. Nel 1995, la galleria lapidaria e diversi settori dei musei capitolini dovettero chiudere per dare spazio ai lavori di ristrutturazione. Le sculture furono quindi esposte in alcuni ambienti della centrale temporaneamente. Nel 2005, una volta ultimati i lavori di ristrutturazione ai musei capitolini, monte sculture rimasero nella centrale, che divenne sede permanente. L’allestimento, sfruttando l’intreccio di immagini di opere classiche inserite in un contesto di archeologia industriale, si presenta antitetico ma comunque armonioso, sfruttando un ossimoro visivo d’impatto. Complici, i due enormi motori diesel presenti nella sala macchine, giganti taciturni che rappresentano quel secolo testimone delle più straordinarie tecnologie dell’era moderna.

 

Testo e foto di Manuel Grande

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