Caffè, bevanda globale

Ci troviamo davanti forse a quella che è stata la prima bevanda globale della storia. Non si sa esattamente quando il caffè sia stato scoperto per la prima volta ma si presume che le sue origini siano molto lontane e remote; infatti, gli archeologi hanno ritrovato degli scritti risalenti al 900 dc su cui erano riportate le descrizioni riguardo l’uso del caffè come medicina. Dall’Etiopia, l’uso del caffè si diffuse nelle zone limitrofe mentre, la prima piantagione di caffè sorse nello Yemen, dopodiché si diffuse progressivamente anche in Arabia e in Egitto dove il caffè come bevanda, divenne ben presto una vera e propria abitudine. Il caffè divenne popolare in Europa solo a partire dal 17° secolo: per l’esattezza nel 1617, anno in cui il caffè fece la sua comparsa grazie ai commercianti veneziani che seguivano le rotte marittime che univano l’Oriente con Venezia e Napoli. Venezia divenne presto un importante punto di riferimento per mercanti non solo italiani, ma anche provenienti da altri Paesi dell’Europa centro-settentrionale e non a caso la splendida città lagunare fu la prima città italiana a conoscere il caffè e ad avere spazi pubblici dove poter degustare questa bevanda. Molte leggende sono sorte intorno a questo speciale liquido nero e la più probabile è quella per cui si tramanda che l’Occidente abbia scoperto il caffè grazie ad alcuni sacchi dimenticati dai turchi in ritirata da Vienna. La sua diffusione però, provocò delle problematiche di carattere religioso, in quanto il caffè era considerato dai sacerdoti la “bevanda del diavolo” per via dei suoi effetti energetici ed eccitanti, e per questo motivo ne fu proposta la scomunica, facendo pressione su Papa Clemente VIII affinché ne vietasse l’uso. Il Papa a questo punto, prima di vietarne il consumo, decise di provare il caffè di persona rimanendo colpito così positivamente, che decise di non vietarne l’uso e addirittura decise di battezzare il caffè come “bevanda cristiana”. Così in Italia il caffè divenne ben presto un dono da offrire in determinate circostanze o come dono d’amore e d’amicizia. Una volta scoperto il suo potenziale economico, nacquero le prime “botteghe del caffè”: infatti, oltre ad essere apprezzato per le sue proprietà medicinali, divenne ben presto una bevanda “sociale”. Tra il XVII e il XVIII secolo il caffè divenne poi una bevanda molto affermata in tutto il mondo occidentale e in America del Nord, al punto che le quantità prodotte in Africa Settentrionale non furono più sufficienti a soddisfare la domanda. La coltura del caffè fu così esportata in Centro e Sud America e la sua esportazione nelle zone dell’America Centrale e Meridionale, si deve certamente ai marinai olandesi i quali, intorno la fine del 600, sbarcarono sulle coste dello Yemen impadronendosi di alcune piantine di caffè, dando così inizio al loro commercio. Ma cos’è il caffè? E’ una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea. Sebbene all’interno del genere Coffea siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente, le diverse specie di origine, sono presentate come diverse varietà di caffè. Le più diffuse tra esse sono l’arabica e la robusta. Bisognerà però aspettare l’inizio di questo secolo per parlare di espresso, grazie all’invenzione dell’ingegner Bezzera che brevettò la prima macchina da caffè a vapore che sfruttava l’alta pressione per filtrare il macinato. Nella moka, inece, messa a punto dall’imprenditore Alfonso Bialetti nel 1933, l’acqua portata a ebollizione sale dal basso. La più antica caffetteria del nostro paese è il Caffè Florian, la quale si trova tuttora sotto i portici di Piazza San Marco a Venezia dal 1720. La cultura del caffè si diffuse presto in tutta la penisola e anche in altre città sorsero eleganti caffetterie dette anche “caffè storici” come il Caffè Greco a Roma nel 1760, il Caffè San Carlo a Torino etc etc. Non possiamo infine non menzionare ciò che il grande attore e drammaturgo napoletano Eduardo De Filippo suggeriva come sistema casalingo a suo dire infallibile per preservare l’aroma del caffè: il “coppitello”, un cono di carta da inserire nel beccuccio della caffettiera al momento del filtraggio. Cari Lettori, se volete testarne l’efficacia, tenete conto delle parole del filosofo Montesquieu: «Il caffè ha la facoltà di indurre gli imbecilli ad agire assennatamente». Individuate la vittima, offritegli una caffettiera con “coppitello” e attendete fiduciosi i risultati! Ricordiamoci sempre che ciò che troviamo nelle tazzine ogni giorno, è il frutto di lunghi viaggi, di commerci, di tecniche produttive, di abilità artigiane, di diverse possibilità di preparazione ed estrazione della bevanda, ma soprattutto, troviamo una bevanda che nel corso della Storia ha avuto quell’evoluzione che l’ha portata a divenire da una parte ,irrinunciabile rituale quotidiano per alzare il nostro livello d’attenzione, dall’altra, a divenire “pretesto” per incontrarsi, creando appunto un fenomeno mondiale di cultura sociale e globale.

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