Buon compleanno Aquileia, colonia romana e “capitale” cristiana

Ha rappresentato il confine tra occidente ed oriente durante l’antica Roma, città cosmopolita e centro di commerci, Aquileia celebra il suo compleanno numero 2.200 e il Museo dell’Ara Pacis gli ha dedicato una mostra per festeggiare questa importante ricorrenza. Quarta città d’Italia in epoca imperiale dopo Roma, Milano e Capua secondo il poeta Ausonio (IV secolo d.C.), divenne poi centro di diffusione del Cristianesimo nell’Italia Settentrionale e nelle regioni danubiane e balcaniche.

Sono passati tanti secoli da quando, in risposta a una migrazione gallica a sud oltre le alpi orientali, nel 181 a.C. i romani fondarono l’avamposto militare oggi situato in Friuli Venezia Giulia, allora il Limes nord-orientale. E grazie alla mostra “Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente”, il Museo dell’Ara Pacis attraverso preziosi reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e testimonianze dal Museo della Civiltà Romana, ha raccontato al pubblico le tappe salienti della sua storia e le trasformazioni che la città ha avuto nel corso dei secoli.

Porto più settentrionale del Mediterraneo, e quindi centro di smistamento commerciale verso l’entroterra balcanico e le regioni danubiane, la città ha avuto l’importante compito di rappresentare il bastione romano verso est e verso l’Illiria. Lo storico Livio ha raccontato la sua fondazione, nel contesto della riconquista romana del nord Italia dopo la terribile guerra annibalica: “Tremila fanti ottennero 50 iugeri ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140. Dedussero la colonia i triumviri Publio Cornelio Scipione Nasica, Gaio Flaminio, e Lucio Manlio Acidino”. La costruzione della colonia ha rappresentato un vero balzo in avanti nell’irradiazione latina verso est, il centro romano più vicino distava circa 300 chilometri e la zona era minacciata dagli Istri e dai Galli Carni.

Le truppe romane riescono nell’intento superando le più rosee attese: con l’arrivo di coloni dal centro-sud della penisola, da avamposto militare Aquileia si trasforma in una città ricca e popolosa, centro di commerci, scambi, e raffinate produzioni artigianali, come il vetro e l’ambra. A tal riguardo il Museo dell’Ara Pacis ha esposto una pregevole collezione di oggetti in ambra, che testimoniano l’alto livello di artigianato raggiunto da Aquileia. La città si ingrazia Roma quando nel 238 d.C. si contrappone alla discesa verso l’Urbe di Massimino il Trace. Il cammino dell’imperatore usurpatore si ferma di fronte alle mura di Aquileia e l’eroica resistenza del suo esercito salva la capitale dell’Impero.

La mostra curata da Cristiano Tiussi, Direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, ha narrato la storia della fiorente città latina grazie a preziosi reperti, numerosi calchi e foto del maestro friulano Elio Ciol: si va dall’iconica “testa di Vento” bronzea, di ascendenza ellenistica, alla bellissima stele funeraria del gladiatore, fino a due eccezionali mosaici, quello dei “pesci adriatici”, e quello del coloratissimo pavone.

Dopo la promulgazione dell’Editto di Costantino (313 d.C.) Aquileia diventa centro di irradiazione del Cristianesimo: il vescovo Teodoro con l’appoggio dell’imperatore costruisce la basilica, di cui oggi è ancora visibile il magnifico (ed enorme) mosaico pavimentale, raccontato nell’esposizione da foto e didascalie. La città, capitale della Venetia et Histria nel IV secolo vive il suo massimo splendore, con il grande Foro, il teatro, l’ippodromo e le terme.

Il mito della “città invincibile” si infrange però alla metà del V secolo contro l’orda di Attila: l’unno conquista la città, la saccheggia e la distrugge. Finisce così l’epoca d’oro di Aquileia che vivrà una rinascita intorno l’anno Mille, con il patriarca Poppone, che restaurò e consacrò nel 1031 la Basilica di Aquileia.

La città, tra le prime ad essere strappate agli austriaci dai soldati italiani nel corso della Prima guerra mondiale, assunse in quel periodo un alto valore simbolico per via del suo glorioso passato romano e nel 1921 fu teatro della cerimonia del Milite Ignoto.

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