Il Battistero di Firenze ha riaperto al pubblico il 3 luglio. Per la prima volta visibili quattro delle otto pareti in marmo bianco e verde e i mosaici

Dai primi giorni di luglio sono visibili, per la prima volta dopo il restauro, quattro delle otto pareti interne in marmo bianco e verde di Prato, con i mosaici raffiguranti profeti, santi vescovi e cherubini, realizzati fra il primo e il secondo decennio del Trecento. Siamo nel Battistero di Firenze, uno dei luoghi simbolo del capoluogo toscano e una delle più antiche chiese della città.

Il restauro delle pareti interne del Battistero – che sorge proprio di fronte alla cattedrale di Firenze, la chiesa di Santa Maria del Fiore – è stato diretto e finanziato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, con circa 2 milioni di euro – si apprende dall’Ansa – e terminerà entro la fine del 2021. La campagna di studi e il restauro dei primi quattro lati hanno portato a numerose scoperte, tra le quali la tecnica musiva originale impiegata nei mosaici parietali e le tracce di foglia d’oro su uno dei capitelli dei matronei che potrebbe essere la prova che in origine fossero tutti dorati, si legge sempre grazie all’agenzia di stampa cui Vincenzo Vaccaro, consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore con delega ai restauri architettonici, ha spiegato che “L’opera sarà terminata a fine anno perché ora abbiamo solo quattro pareti verticali restaurate. L’anno prossimo dopo i necessari studi faremo provvederemo anche a montare un’impalcatura per restaurare anche la volta della cupola”. Tra le quattro pareti ancora da restaurare, si trova l’abside del Battistero, rivestita nella volta e sull’arco trionfale da mosaici a cui è legato l’enigma di un’iscrizione in latino.

L’Ansa ha raggiunto anche Annamaria Giusti, consulente storico artistico per il restauro dei mosaici, che ha illustrato come “A partire dal Vasari, e fino all’800, si è creduto che l’iscrizione alludesse a Iacopo Torriti. E’ verosimile piuttosto che l’iscrizione sia stata aggiunta ai mosaici della scarsella in epoca successiva alla loro realizzazione, come fa pensare anche la citazione di San Francesco, che fu dichiarato santo solo tre anni dopo, nel 1228”.

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