Barocco a Roma: l’estasi di S.Teresa

Con la professoressa Capasso continuiamo le nostre passeggiate barocche.

Su via del Quirinale, il quadrivio delle Quattro Fontane, considerato il centro di Roma, si apre su un quadruplice sfondo: Porta Pia, l’obelisco del Quirinale, quello dell’Esquilino (con l’abside di S. Maria Maggiore) e quello di Trinità dei Monti. Agli angoli smussati del quadrivio quattro fontane (1588-93), collocatevi per iniziativa di privati, presentano entro nicchie statue giacenti.

Proseguendo verso via XX Settembre, a piazza S. Bernardo, nella chiesa di S. Maria della Vittoria, che si affaccia all’inizio del secondo tratto della via, si può ammirare, nella cappella Cornaro, un celebre gruppo scultoreo del Bernini: L’estasi mistica di S. Teresa.

La santa, famosa per le sue particolari esperienze spirituali con le quali, attraverso l’estasi, raggiungeva l’unione mistica con Cristo, è rappresentata languidamente abbandonata, con gli occhi socchiusi e le labbra aperte nell’atto di emettere un gemito, mani e piedi quasi del tutto abbandonati, posata su una nuvola, mentre un angelo sorridente le scosta la veste, pronta a colpirla al cuore con un dardo. Una sensazione dolorosa e piacevole di intensa ebbrezza la pervade tutta, così come lei stessa ha raccontato nei suoi scritti. La potenza di quei dolci gemiti, espressione di un amore incommensurabili per Dio, ha portato a interpretare l’estasi della Santa come una pulsione erotica, una trance orgasmica, un piacere voluttuoso, inesplicabile, una forma di sospensione della vita di cui soltanto i mistici potevano far esperienza.

Al di là di ogni interpretazione, ciò che cattura di questo capolavoro è la maestria nella resa scultorea, il modo in cui la luce accarezza le fattezze dei due personaggi, la cui bellezza è al confine tra l’apollineo e il dionisiaco. Bernini, mettendo a frutto la sua esperienza di organizzatore di spettacoli teatrali, trasforma lo spazio della cappella in teatro: l’evento privatissimo della santa diviene evento pubblico a cui assistono ai due lati della cappella, sistemati in palchetti, i familiari della santa, mentre con staccato disincanto si scambiano commenti. La veste ampia e vaporosa della santa, lasciata cadere in modo disordinato sul corpo, è un capolavoro di virtuosismo tecnico, per effetto del quale il marmo, accarezzato dalla luce, perde tutta la sua rigidità.

La visione merita la visita e ci pervade tutti della sacralità del fatto.

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