Attività fisica sì, ma studiata caso per caso. Graziano Pascale, l’osteopatia e l’importanza dell’individualità

L’apparato muscolo-scheletrico del corpo umano è quello che, per ovvie ragioni, riceve le maggiori sollecitazioni dalle abitudini della nostra vita quotidiana. Così, spesso senza neanche accorgercene, lo sottoponiamo a stress inutili, ad atteggiamenti e movimenti sbagliati, a posture dannose che ne compromettono la corretta funzionalità e si traducono in dolori di varia intensità che pregiudicano il regolare svolgimento delle nostre attività.

Ricorrere ad interventi di chirurgia, o ad altri trattamenti invasivi, non è sempre l’unica soluzione, anzi, ci sono situazioni in cui il corpo può essere “rimesso in sesto” attraverso un approccio che intervenga in maniera strutturale e che faccia del miglioramento del movimento, anche attraverso la giusta attività fisica, un valido alleato.

È in questo modo che opera l’osteopatia, una disciplina dell’anatomia fondata nel 1874 negli Stati Uniti dal chirurgo Andrew Taylor Still, il quale gettò le basi per una branca che integrasse corpo, mente e spirito, e tenesse conto dell’interrelazione fra la struttura e la funzione, e la capacità del corpo di guarirsi da solo quando meccanicamente in salute. Un approccio che viene definito “olistico” e che considera l’essere umano nella sua globalità, in cui il trattamento è una terapia manuale che utilizza varie tecniche per alleviare il dolore, le tensioni e la rigidità presenti nelle strutture corporee.

Graziano Pascale, affermato osteopata che opera a Roma, non ha dubbi: «L’osteopatia viene definita in diversi modi, come una medicina olistica, non convenzionale, alternativa. Ma l’osteopatia non è solo una metodologia di approccio al paziente e di trattamento, è uno stile di vita. Consente di apportare delle modifiche al corpo affinché questo possa lavorare nel miglior modo possibile e stimola i processi di auto-guarigione intrinsechi del corpo. Ricerca l’armonizzazione e l’equilibrio affinché tutto possa funzionare nel miglior modo possibile».

Un altro fattore importante di cui tenere conto nella valutazione di questa disciplina, è l’assenza di divario tra i concetti di “salute” e “benessere”: «Perché la salute altro non è che lo stato di benessere del corpo, che gli consente di espletare al meglio le sue funzionalità, ed è questo quello che l’osteopatia si ripromette come obiettivo e cerca di fare nel quotidiano con ogni paziente».

Secondo Pascale, l’osteopata non è un dottore da andare a trovare ogni tanto, solo quando si presenta il sintomo del dolore: «Per i miei pazienti mi piace essere un punto di riferimento. Non solo un professionista a cui ci si rivolge sporadicamente per un trattamento o per una visita, ma qualcuno da cui potersi indirizzare in qualsiasi momento anche solo per un consiglio. L’osteopatia deve aiutare i pazienti nella loro vita, cercare di comprendere le problematiche, il quotidiano, e metterli in condizioni di svolgere le loro attività nel miglior modo possibile ed in economia per il corpo, senza dispendio eccessivo di energia. L’osteopata, dunque, deve essere una sorta di consulente che può essere “disturbato” in qualunque momento, anche solo con un messaggio, per fornire un consiglio, affinché si possa raggiungere il miglior risultato non solo all’interno dello studio, durante il trattamento, ma anche fuori, nelle regolari attività di vita».

Una puntualizzazione sulla scelta dell’attività fisica e sulla sua importanza è, secondo Pascale, necessaria: «Tutti dovremmo farla, l’educazione motoria è fondamentale. Ma sceglierla non è una cosa banale: un’attività va selezionata in base alle nostre abitudini quotidiane. Se io faccio un lavoro che mi comporta una postura sempre chiusa in avanti perché, ad esempio, uso molto il computer e sto per tante ore seduto e proiettato verso lo schermo, dovrò fare un’attività fisica che faccia muovere il mio corpo all’opposto e mi permetta di recuperare le ore passate in chiusura, come un’attività aerobica. Se, invece, vado a fare unicamente un’attività di sollevamento pesi, può diventare deleteria. L’attività fisica è indispensabile per arrivare il più vicino possibile ad uno stato di benessere, ma va valutata in base alle esigenze personali».

L’individualità, per Pascale, è un requisito fondamentale di cui tenere conto: «Bisogna sempre rivolgersi a dei professionisti, laureati in scienze motorie, osteopati, istruttori certificati, che ci indichino la via giusta da percorrere e l’attività che faccia per noi, caso per caso. Tutto deve essere affrontato sempre soggettivamente perché, anche se alcuni pazienti presentano le stesse sintomatologie, ognuno è diverso dall’altro e verrà inquadrato in maniera diversa. L’individualità del paziente è importantissima, non bisogna stereotipare, non ci sono dei protocolli di trattamento. Tutte le azioni vanno mirate a migliorare la condizione di quel paziente e la sua unicità».

In conclusione, perché affidarsi all’osteopatia? «Da osteopata ho la possibilità di cambiare la vita delle persone nel quotidiano, di togliere quella sofferenza relativa alle problematiche muscolo-scheletriche che inficiano il regolare svolgimento non solo di attività fisiche e sportive, ma anche lavorative e familiari. Affidarsi all’osteopatia significa darsi la possibilità di affrontare al meglio le giornate, dentro e fuori casa, in tutte le attività apparentemente banali che vengono inficiate da dolori di varia natura. E quando mi sento dire “Mi hai cambiato la vita! Faccio tutto in maniera diversa, mi sento meglio!”, allora sono felice, perché so che ho compiuto il mio dovere».

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