ANALFABETI

Analfabeta a chi? Oggi le persone che hanno appreso come scrivere e leggere sono molte di più rispetto a 50 anni fa. In questa epoca c’è una forma di analfabetismo più moderna, quella digitale.

Le persone che non amano gli strumenti tecnologici sono molte e spesso non li utilizzano perché costosi, complicati e anche perché potrebbero diventare strumenti di controllo. A proposito, in Italia, a Milano ho letto che c’è un Centro dove sono raccolti tutti i dati di un’azienda internazionale dei servizi segreti.

Io sono della generazione baby boom (aumento delle nascite) ed ora vedo questi ragazzini della net generation che usano i computer, smartphone come se fossero dei prolungamenti del loro corpo! Fa impressione la capacità dei piccolissimi, anche sotto ai due anni che si scelgono le musichette e…qualche volta telefonano ai vicini all’alba (la vicina sarei io!).

La tecnologia si sta rilevando sempre di più di grande aiuto. A parte i social che spesso ci avvicinano a persone lontane, ci permettono di vederle, chiamarle, pensiamo a Skype, Facebook, Wattsapp, Istagram, Zoom e tanti altri.

Molti altri amano le case domotiche, quelle che ad un tuo comando, anche a distanza, hanno strumenti che accendono luci, tv, lavatrici, frigoriferi. Qualcuno avrà Alexa che è un’assistente vocale, fa un sacco di cose in casa e ti mette pure la musica preferita. E Siri? Ogni tanto si sente qualcuno che parla con l’invisibile lei!

Le tecnologie vengono in aiuto anche nelle disabilità e questo è un grande passo per gli aspetti medici ed anche psicologici. Riuscire ad usare un supporto tecnologico comporta una facilitazione, un sostegno ed anche una cura. Vengono utilizzati strumenti wereable indossabili che aiutano a leggere i dati della pressione, i battiti cardiaci e tanto altro.

Certo sconfinare nell’utilizzo eccessivo ci porta ad una dipendenza che potrebbe diventare più dannosa che altro. Ansia, atteggiamenti compulsivi e chissà che …

Io sono del parere che il momento che viviamo, qui e ora, con i suoi fenomeni va vissuto. L’atteggiamento dovrebbe essere più consapevole e quindi renderci conto di come usare i nostri dati personali e sensibili.

Se siamo consapevoli diventiamo anche più liberi e capaci di scegliere il meglio per noi!

 

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