Al Castello Visconteo di Novara, la più grande mostra degli ultimi anni dedicata al movimento artistico del Divisionismo.

La visita guidata alla Mostra “Divisionismo. La rivoluzione della luce” a Novara, inaugurata lo scorso novembre e visitabile fino al 5 aprile, permette di immergersi in una delle correnti artistiche più importanti d’Italia, in una grande rassegna con quadri raramente visibili al pubblico e che documentano in maniera ampia e approfondita uno dei momenti più alti dell’arte dell’Ottocento, nel contesto di eccezione del Castello visconteo.

Il movimento, giustamente considerato prima avanguardia in Italia, è di poco successivo ma autonomo rispetto al Puntinismo francese. In particolare il Divisionismo italiano ne condivise i presupposti, individuabili nei trattati di scienza ottica che a partire dalla metà dell’Ottocento avevano attirato l’attenzione dei pittori, a partire dagli Impressionisti. A divulgare le nuove teorie scientifiche in Italia fu Vittore Grubicy, mercante d’arte, critico, giornalista e più tardi a sua volta pittore, che gestiva con il fratello Alberto una galleria d’arte a Milano, che aveva già sostenuto gli esponenti della Scapigliatura. Venne così diffondendosi una tecnica pittorica che sostituiva alla tradizionale miscela dei colori sulla tavolozza il loro accostamento direttamente sulla tela. Le pennellate di colore accostate e sovrapposte vanno così ricomponendosi nell’occhio dello spettatore con effetti di uno straordinario luminismo, che ciascun artista seppe mettere a servizio della propria poetica. Da dato chimico, il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto. Tra gli artisti più noti, Giovanni Segantini adottò la tecnica divisionista per veicolare la sua visione del mondo in paesaggi naturalistici via via sempre più intrisi di un sentimento panteista; Giuseppe Pellizza ambientò negli scorci del suo paese natale di Volpedo quadri che, come il capolavoro del Quarto stato, oggi al Museo del Novecento di Milano, rivelano la sua attenzione alla questione sociale; ancora, Gaetano Previati formulò un personale simbolismo attingendo in maniera originale tanto al mito quanto all’iconografia cristiana.

Con settanta opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, la mostra “Divisionismo. La rivoluzione della luce” ripercorre in otto sezioni di carattere tematico la nascita e la diffusione di questa importante esperienza artistica, evidenziandone le tappe salienti e i più significativi protagonisti: tra gli altri, anche Angelo Morbelli ed Emilio Longoni. Le sperimentazioni dei pittori della Galleria Grubicy troveranno una prima occasione di esposizione pubblica nella Triennale di Brera del 1891, cui la mostra dedica una sezione specifica impreziosita dalla presenza eccezionale della Maternità di Previati.

La mostra giunge fino ai primi del Novecento, periodo in cui il Divisionismo si carica sempre più di valenze vicino al Simbolismo e si qualifica al contempo come punto di partenza per la successiva esperienza del Futurismo italiano.

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