25 APRILE: MA CHE BELLA GIORNATA DI SOLE

Il 25 Aprile ricorre la Festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista. La data fu scelta dall’allora Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi, nel 1946, a ricordare i giorni della liberazione del nord Italia dell’anno precedente, cui man mano seguì tutto il territorio.

«Arrendersi o perire!» fu la parola d’ordine intimata dai partigiani in quei giorni e la guerra civile apertasi tra le truppe naziste in stazionamento, i residui fascisti, aggregati nella Repubblica Sociale Italiana (RSI) e la popolazione di più varia estrazione, sostenuta dall’avanzata degli eserciti alleati, ancora oggi non attenua la polemica.

Ricostruire con obiettività i fatti che si susseguirono è un’opera complessa che richiede obiettività e desiderio concreto di pacificazione, ancora non raggiunta, sebbene siano trascorsi più di 70 anni e i testimoni, per motivi anagrafici, stiano pian piano mancando all’appello della memoria.

Col voto di sfiducia del Gran Consiglio del Fascismo, il 25 Luglio del 1943, Mussolini viene ufficialmente destituito ed al suo posto Re Vittorio Emanuele III nomina il generale Badoglio per un governo militare che trattasse l’armistizio con le truppe alleate nel frattempo sbarcate in Sicilia. L’euforia popolare per la caduta del regime fascista, fu smorzata dallo sbandamento che ne seguì: il Re e Badoglio, abbandonarono Roma, le massime autorità e la dirigenza dello Stato, compresi gli stati maggiori delle forze armate, si smembrarono, scomparvero, si resero irreperibili. La penisola restava divisa in due, occupata dalle forze alleate al sud e dalle forze tedesche al centro nord, con Roma tenuta dai tedeschi sino al 4 giugno 1944. Mentre le truppe tedesche prendevano il controllo del nord del Paese, ordinando esecuzioni di massa ed applicando la legge di guerra del 10 a 1 per stroncare la resistenza, dal sud orde di selvaggi in divisa alleata, cui fu dato potere di vita e di morte della popolazione civile, risalivano la penisola fino la Toscana. A ricordare entrambi i fronti basti leggere alcuni dei numerosi libri scritti in quegli anni, come Il partigiano Johnny, La Ciociara o La Pelle.

La Repubblica di Salò, governo fantoccio istituito dall’occupazione nazista, esercitò la propria sovranità solo sulle province non soggette all’avanzata alleata e all’occupazione tedesca diretta. Inizialmente la sua attività amministrativa si estendeva fino alle province del Lazio e dell’Abruzzo, ritirandosi progressivamente sempre più a nord, in concomitanza con l’avanzata degli eserciti angloamericani. Quando la Resistenza, riunita in maggioranza nei Comitati Nazionali di Liberazione, sorretta dalle vittorie delle forze alleate e dall’arretramento dell’esercito tedesco, organizzò l’insurrezione armata a Milano, è il 25 Aprile del 1945. Ed è quella data che andiamo a celebrare come fondante del nuovo regime democratico e repubblicano.

Il movimento della Resistenza serpeggiava tra i popoli sottomessi al giogo nazifascista e animava l’Europa di un sentimento libertario trasversale. Alcuni storici hanno evidenziato le varie anime presenti all’interno del fenomeno della Resistenza: fu una “guerra patriottica” e lotta di liberazione da un invasore straniero; al tempo stesso assunse i toni di “insurrezione popolare” spontanea, per lo sfinimento subito dall’autarchia e dall’isolamento internazionale; fu “guerra civile” tra antifascisti e fascisti; allo stesso modo si può delineare come una “lotta di classe” a stampo geografico, nel meridione, il desiderio di affrancamento dei braccianti contadini avverso il latifondismo e nel settentrione, nei poli industriali, le aspettative rivoluzionarie proletarie, soprattutto da parte di alcuni gruppi partigiani socialisti e comunisti.

L’impegno unitario di forze tra loro opposte e complementari (comunisti, cattolici, ebrei, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici) che, nel dopoguerra, avrebbe dato vita ai principali partiti politici, formando i primi Governi, ma soprattutto, all’indomani del referendum sul tipo di regime adottare per il nuovo Stato, avrebbero composto l’Assemblea costituente che disegnò la nostra Carta fondamentale, fu necessario per abbattere definitivamente il regime e piantare il seme della democrazia nell’animo degli italiani.

Il 25 Aprile: una bella giornata di sole….

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