Un orologio dal passato

Le passioni di Ramiro Mendes, giovane e talentuoso fotografo portoghese di appena 17 anni, sono la fotografia paesaggistica, quella di moda e quella di strada: quest’ultima risulta agli occhi del  ragazzo importante e piena di fascino in quanto consiste principalmente nel ricercare persone sconosciute che abbiano un qualcosa di speciale e comunicativo non percepibile a tutti, all’interno di contesti cittadini o rurali.4setramiromIl creativo e prodigioso Ramiro aveva un bisnonno che si chiamava José Francisco Coelho, classe 1910: quando costui morì, il giovane fotografo aveva appena tre anni. Oggi, nel pensare a quel membro della sua famiglia che tanto avrebbe voluto conoscere a fondo, Ramiro si lascia andare alla malinconia ed al rammarico: ed è proprio da questa mistura di sentimenti che è nata l’idea portante di “The 12 Hour Project” (http://rm-photo.com/the-12-hour-project/), progetto fotografico incentrato sulla ricerca del tempo perduto che ha scandito i giorni di questo bisnonno poco conosciuto. Soggetto della serie dei dodici scatti, il vecchio orologio svizzero da taschino appartenuto al bisnonno, trasformatosi in una sorta di originale album di ricordi.

È da molto che l’orologio non funziona più, spiega Ramiro: ed ogni volta, nel vederlo, è sempre stato forte il ricordo di quando quei meccanismi fantastici assieme a quelle ruote dentate erano pieni di vita e costituivano i misteriosi ingranaggi di un oggetto che attualmente è cimelio che veicola atmosfere di un’altra epoca, quando il tempo dell’esistenza di ognuno era scandito con una differente lentezza e con una tranquillità serafica, unite ad una gioia di vivere che trovava la ragione d’essere nelle piccole cose quotidiane. Il progetto fotografico si presenta dunque come grande omaggio al bisnonno, che amava tanto quell’orologio, ed al nonno -il padre della madre di Ramiro- che fu suo fedele custode fino a poco tempo fa, prima che l’oggetto finisse nelle mani del giovane fotografo. Nelle fotografie di “The 12 Hour Project” l’orologio diviene strumento-talismano capace di far tornare indietro il tempo e rimettere assieme i tasselli di un passato tanto ambito. Le pose sono dodici, ognuna relativa ad un’ora del giorno: si parte dall’una per arrivare alla mezzanotte. Textures, grafismi e geometrie dal sapore antico sembrano riportarci indietro nel tempo, alla ricerca di vecchi odori e melodie: in ogni scatto, infatti, l’orologio è accostato ad un dettaglio di elementi che caratterizzano una vecchia casa, come un antico televisore, un tappeto colorato pieno di polvere, centrini da tavolo, fantasiosi azulejos e valigie a quadri che sembrano volerla dire lunga su numerosi viaggi. In questi scenari suggestivi l’orologio ha una nuova vita ed un grande compito: quello di costruire un ricordo sbiadito e, in parte, di fatto, mai posseduto, regalando un’illusione ad un giovane nipote che avrebbe voluto la possibilità di conoscere e condividere del tempo con un caro parente che non c’è più.

 

Michela Graziosi

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