Toulouse-Lautrec sbarca nella capitale: l’Ara Pacis ospita i capolavori del Museo di Belle Arti di Budapest

 

Il Museo dell’Ara Pacis celebra l’artista simbolo della Parigi bohemien di fine Ottocento: Toulouse-Lautrec, in mostra dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016 nel centro di Roma. All’ombra del mausoleo innalzato in onore della Pax Augustea, l’esposizione esplora l’intero percorso di vita dell’artista, fino alla sua morte (avvenuta nel 1901), grazie a circa 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest.

Testimone d’eccellenza di un’epoca di grandi cambiamenti e spinte moderniste, la Belle Epoque francese, l’imperialismo e lo sviluppo dirompente dell’alta borghesia, il conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa, nato nel 1864, soffriva di una rara malattia genetica delle ossa, la picnodisostosi, che condizionò la sua vita fino alla morte arrivata a soli 36 anni, causata dall’alcolismo e dalla sifilide. L’esposizione, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, approfondisce l’opera grafica dell’artista di Albi: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine (alcune molto rare), non esplorando però l’opera pittorica. Divisa in 5 sezioni tematiche, la mostra descrive attentamente i luoghi e le atmosfere care a Toulouse-Lautrec che hanno intimamente guidato la sua matita: il teatro e i suoi personaggi, le ballerine, i teatranti, i bordelli fino ad arrivare ai caffè e ai vicoli di una coloratissima Montmartre. Nel percorso capitolino colpiscono alcune figure diventate icone come il manifesto che rappresenta Aristide Bruant, cantautore e teatrante francese, ritratto con sciarpa rossa e cappotto nero. I visitatori inoltre potranno conoscere da vicino le tecniche di stampa di fine ottocento grazie ad una applicazione interattiva, oltre che familiarizzare con la creazione di un manifesto pubblicitario dell’epoca.

Studioso realista prima, grande interprete del post-impressionismo in seguito, l’artista, vissuto quasi sempre a Parigi, rese celebre nel mondo Montmartre e probabilmente anche a causa della sua precaria salute, raffigurò spesso soggetti ai margini della società, come prostitute, o veri e propri emarginati. I suoi disegni preparatori per i manifesti pubblicitari si ispiravano alle stampe giapponesi ukiyo-e del periodo Edo (a cavallo tra il XVII e XX secolo) e raccontano scene di vita quotidiana, suggestioni, divertimento e tristezza. Istantanee preziose di una Parigi che ormai esiste solo nei libri di storia.

Box informazioni:

Museo dell’Ara Pacis, Spazio espositivo Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma

Dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016

Tutti i giorni 9.30-19.30

Francesco Consiglio

 

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