Polvere, sangue e sudore: lo Stadio di Domiziano presenta il mondo dei gladiatori

Il primo esempio di stadio di atletica in muratura costruito nell’Antica Roma. Una testimonianza magnifica alle falde di Piazza Navonagladiatores3

 

La mostra, curata da Silvano Mattesini, grazie ad oltre 300 reperti, ricostruisce la storia e l’evoluzione del concetto di gladiatore dal periodo repubblicano a quello imperiale. Un viaggio unico alla coperta di questi combattenti leggendari.

 

I gladiatori, le arene e i grandi spettacoli pubblici rappresentano nell’immaginario collettivo Roma Antica, tra fasto, vizio e virtù. In un gioiello nascosto dell’antichità e recentemente riaperto al pubblico dopo anni di restauro, lo Stadio di Domiziano, la mostra “Gladiatores e agone sportivo – Armi e armature dell’Impero Romano”, ricostruisce la storia di questi guerrieri leggendari, cercando di separare realtà e mito. La collezione di armi e armature curata dall’Arch. Silvano Mattesini (Associazione culturale Archeos) viene integrata nel percorso dell’area archeologica, offrendo ai visitatori molte attrattive. L’esposizione, ricca di oltre 300 reperti tra cui elmi, schinieri, cinture, spade e lance, propone agli ospiti un viaggio a cavallo tra l’archeologia tradizionale e quella sperimentale, che permette di ripercorrere l’evoluzione del concetto di gladiatore dal IV secolo a.C., fino all’inizio del II secolo d.C.. Da semplice schiavo catturato in battaglia a professionista e paladino delle masse nei grandi anfiteatri, la figura del gladiatore è mutata nel corso dei secoli: gli spettacoli nelle arene diventarono luoghi di incontro sociale e fenomeni mediatici fondamentali. Una grande industria che generava guadagni, scommesse e crudeltà.

La mostra, aperta al pubblico dal 25 settembre 2014 al 30 marzo 2015, divisa in sei sezioni (Origini, Repubblica, Impero, Domiziano, Parata e Agonismo), descrive accuratamente le differenti tipologie di lottatori: il famoso reziario armato di rete e tridente, il provocator equipaggiato in maniera simile ai legionari dell’esercito regolare e lo scissor protetto da una lorica squamata e armato di un bizzarro maglio a falce. Il mirmillone, il “carro armato” dell’arena, protetto da un grosso elmo, un pesante scudo ricurvo, e armato di un corto gladio, era il classico avversario del trace, agile, imprevedibile, e fornito di una temibile spada ricurva, la sica. Il famoso schiavo che osò ribellarsi all’autorità di Roma, Spartaco, si esibiva nelle arene come mirmillone, categoria riservata agli uomini fisicamente più imponenti. Vi era poi l’hoplomaco, equipaggiato alla greca, con lancia e scudo oplitico e il secutor, “l’inseguitore”, protetto da un pesante scudo e da un grande elmo di forma tondeggiante, la galea, in grado di resistere alla trappola della rete del suo avversario, il reziario. Il sagittarius era invece armato di arco e frecce, poteva combattere appiedato o su carro da guerra. Le categorie gladiatorie del gallo e del sannita, in voga al tempo della Repubblica, scomparvero dalla scena per non danneggiare la reputazione di quegli omonimi popoli, prima barbari e disprezzati, poi diventati parte integrante dell’Impero Romano, e quindi cittadini rispettabili. Le varie tipologie di gladiatori, i punti di forza e vulnerabilità legati ad ogni categoria, garantivano uno spettacolo avvincente e mai scontato.

L’imperatore Domiziano (81-96 d.C), instituì nell’86 d.C. il Certamen Capitolino Iovi (una versione latina dell’Olimpiade greca) e per l’occasione fece costruire un odeon, una naumachia e uno stadio, destinato principalmente alle gare di atletica. Per mantenere il popolo romano sereno e pacifico, Domiziano ne era consapevole, era necessario fornire intrattenimento, arte e sport. Primo stadio in muratura nella storia di Roma, lo Stadio di Domiziano vantava una capienza di 30.000 posti, una lunghezza di 275 metri e una larghezza di 106 metri. Il popolo romano amava poco i giochi olimpici, considerati poco virili e noiosi, preferendo di gran lunga le corse con le bighe e le lotte tra gladiatori. L’imperatore Domiziano sperava di diffondere nella capitale dell’impero gli agones greci, gare di corsa, lotta, salti e lanci: termine che nel corso degli anni si trasformò in Navona. L’omonima Piazza, un capolavoro indiscusso dell’arte barocca di Borromini e Bernini, conserva le forme dell’antico impianto sportivo: gli edifici costruiti durante il Medioevo sopra le antiche gradinate, hanno ricoperto interamente la cavea. Nel 1936, demolendo le costruzioni sul lato nord della piazza, quello affacciato sul Tevere, fu riportato alla luce uno spicchio della curva dello stadio, comprendente murature, pilastri, scale alle gradinate superiori e un arco monumentale. Il resto delle rovine dello stadio imperiale giace ancora sotto i palazzi di Piazza Navona.

I gladiatori combatterono nello stadio di Domiziano per un periodo di tempo limitato, mentre il Colosseo era in fase di ristrutturazione perché danneggiato da un incendio. Lo stesso imperatore fu il primo a imporre delle regole ben precise alla lotta gladiatoria, avvicinandola maggiormente al concetto moderno di agonismo. La sala dedicata allo sport nell’antica Roma, permette ai visitatori di scoprire aneddoti e curiosità sul mondo antico. Il percorso museale espone, oltre ad armi e corazze, gli accessori utilizzati nell’agone sportivo: i dischi da lancio, i guantoni da pugilato, gli strumenti musicali e le maschere tragiche. Per gli appassionati il divertimento è assicurato.

 

Francesco Consiglio

 

 

 

“Gladiatores e agone sportivo – Armi e armature dell’Impero Romano”

Dal 25 Settembre 2014 al 30 Marzo 2015

Piazza di Tor Sanguigna 3, 00186 Roma

info@stadiodomiziano.com

 

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