Pierre Cardin, il primo “socialista della moda”

In un’intervista rilasciata ad Elle Italia uno dei più grandi maestri della moda racconta di sé e della sua arte, Pierre Cardin un nome che è da sempre sinonimo di eleganza rivoluzionaria. Lui infatti è uno di quelli che la moda l’hanno davvero cambiata, stabilendo per così dire un prima e un dopo. Nel lontano 1958 scandalizza il mondo degli stilisti parigini con una sfilata da Printemps e una linea creata ad hoc per la Rinascente. Siamo agli albori del pret-a-porter e ancora oggi rivendica quella scelta radicale e visionaria, perché il tempo – come sappiamo – gli ha dato ragione. L’idea era quella di far uscire la moda dagli atelier e farla camminare per le strade della modernità. Amò definirsi (e continua a farlo) come il primo “socialista della moda”: un’idea di eleganza accessibile a tutti, Pierre-Cardin-1960democratica, e al passo con i tempi. Nato in un piccolo paesino del Veneto, Sant’Andrea di Barbana, quando ha due anni la sua famiglia emigra in Francia. Passa attraverso grandi atelier tra i quali Schiaparelli e Dior dove lavora come tagliatore e affianca il grande Christian nella creazione del New Look. Apre la sua prima boutique a Parigi e da lì inizia a cambiare le regole del fashion, scalando tutte le vette possibili del successo. È il primo ad investire verso l’Est del mondo, intuendo l’arrivo della globalizzazione. Crea abiti che sono diventati dei capisaldi come il bubble dress del 1954, l’abito cosmo del 1967, la collezione Earth Moon del 1970. Spazia dalla moda all’arredamento fino alla cucina con il Maxim’s che vende dal vino al cioccolato. Da autentico mecenate ha finanziato la ristrutturazione di teatri e di cinema, ed è soprattutto il palcoscenico che costituisce una tra le sue passioni più grandi. Oggi ha 91 anni e leggendo l’intervista si capisce quanto quest’uomo abbia ancora da dare al mondo della moda e dell’arte. Agli stilisti più giovani, anche ai più creativi, rimprovera la mancanza di identità e la dipendenza dalle grandi maison. È convinto Pierre Cardin del fatto che i giovani sono già vecchi poiché creano guardando troppo spesso al passato. Le sue critiche non si appuntano sulla mancanza di creatività ma sul deficit di innovazione, ed invece “un couturier deve cambiare l’immagine del mondo con le sue creazioni, non ripetere quelle vecchie. Quello è revival”. Della sua filosofia di artista dice parole che danno per intero il senso della sua arte che da decenni lo rende immediatamente riconoscibile negli abiti come negli accessori: “Io sono lineare, ragiono da scultore. La donna per me è l’acqua che riempie il vaso della moda. Ogni mia creazione è una scultura che la donna esalta con le sue forme.” La sera, racconta, prima di addormentarsi butta giù uno schizzo perché la notte continua a dargli l’ispirazione.    

 

Pasquale Musella

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