PETRA FERIANCOVA

Nasce per gli spazi di Fondazione Morra Greco la mostra di Petra Feriancova.

Una mostra non semplice né immediata la cui chiave di lettura e giusta interpretazione sta nella necessaria conoscenza dei concetti esposti.qIl punto di partenza per orientarsi risiede nel legame tra mondo arcaico e sacro. Legame che è punto di partenza della riflessione di Petra Feriancova.‹‹Ho realizzato questo lavoro pensando a Napoli e agli spazi della Fondazione Morra Greco – spiega l’artista – la mostra è incentrata sulla primordialità e sugli inizi della civilizzazione, che per me ha origine a Napoli. Considerando il tempo come ciclico, fondamentale è la rappresentazione della capacità, appartenente a qualunque specie vivente, di ricominciare da zero, di rigenerarsi dopo ogni catastrofe. A Napoli sento molto forte questo legame con la rinascita, basti pensare a Pompei e al fatto che, ancora oggi, la città vive accanto a un vulcano attivo››.Il magico ed il mito, i riti ed i simboli caratterizzanti la città partenopea e le popolazioni arcaiche divengono protagonisti degli spazi espositivi trasformandoli nei luoghi in cui avviene una sorta di riscrittura storica fatta di rigenerazioni e trasformazioni.Nella manifestazione del sacro un oggetto, come una pietra o un albero, si trasforma in qualcos’altro, pur rimanendo sé stesso e continuando ad essere partecipe dell’ordine cosmico, e così qualsiasi azione del fare quotidiano diventa atto creativo  all’interno di una logica fondativa che è in grado di risignificare il mondo nella sua totalità fenomenologica.Plasmare la materia, attraverso il lavoro manuale, rappresenta per l’uomo lo strumento più potente con cui avvicinarsi a Dio ed è inteso in tutta la sua valenza sacrale. La creatività è, per Petra Feriancova, l’atto fondativo della civiltà, ciò che rende speciale l’umanità.Il pavimento della sala d’entrata, infatti, è interamente ricoperto di creta spalmata con le mani. La creta, lasciata calpestare dai visitatori, incarna anche la volontà, da parte dell’artista, che il processo creativo sia lasciato al caso, fuori dal suo controllo.Non c’è alcun nesso cronologico tra le sale, ognuna ha un proprio tempo e ritmo.Non si vuole raccontare una storia, ma suggerire l’idea di ritmo e di ripetizione legati ad una ritualità, secondo una visione astorica e sacra. Con un tempo ciclico, senza alcun procedere lineare, l’uomo si divincola dalle dinamiche terrene proiettandosi nel mito, in un eterno alternarsi di catastrofi e rinascite.Il sacro e il profano, la creazione come rinascita dopo una catastrofe ecco gli elementi che portano il visitatore in una nuova dimensione dove però sentirsi parte e creatore dello spazio occupato1111

Grazia Manna

Fino al 20.I.2015
Petra Feriancova
Fondazione Morra Greco, Napoli

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares