Il MUSE – Museo delle Scienze di Trento – apre all’universo creativo di Marzio Tamer, con la mostra Nature. The art of Marzio Tamer, dedicata ad uno dei maggiori pittori figurativi contemporanei. Natura, mondo animale e paesaggio: questi i soggetti prediletti dall’artista, elevati a motivi di ispirazione e di indagine, attraverso dipinti capaci di fondere in chiave originale abilità tecnica e vena poetica.
L’esposizione, inaugurata lo scorso 15 aprile, è curata da Stefano Zuffi e Lorenza Salamon, e sostenuta da INAZ, grazie alla presidente Linda Gilli. Si compone di un percorso articolato lungo quaranta opere di Tamer, suddivise per temi, proponendo una rassegna di immagini dalla resa naturalistica nitida e precisa. Tra animali, piante, dettagli di ambienti e scorci di paesaggio, atmosfere e stagioni, il variegato corpus di lavori illustra il percorso di formazione e crescita dell’artista Tamer, veneto di nascita ma lombardo di adozione, soffermandosi sulle tappe principali che lo hanno visto affermarsi in vent’anni come uno dei più apprezzati esponenti di pittura figurativa. Ne è emblema, in tal senso, l’interesse di collezionisti internazionali come Lord Jakob Rotschild, e di direttori museali come l’Art Museum di Denver, che ha acquisito all’asta opere di Tamer da destinare a pezzi della propria raccolta.
Accuratezza nella fase preparatoria e maestria di risultato costituiscono i tratti salienti dell’arte di Tamer, esemplare nel permeare di profonda emotività ogni creazione. Sullo sfondo del MUSE di Trento, culla della biodiversità, della storia della vita e del mondo naturale, l’itinerario mette in luce il rigoroso naturalismo di Tamer, che è frutto di una pittura attenta a cogliere i svariati aspetti del mondo nella loro autenticità. I dipinti si caricano delle emozioni del loro autore in modo magistrale, trasmettendo al pubblico un senso di fascinazione estetica, nonché un messaggio di sensibilità e di rispetto per l’ambiente e la natura.
Il passaggio dalla pittura acrilica alla tempera all’uovo favorisce la propensione di Tamer per la lenta osservazione dell’universo naturale e la rielaborazione interiore delle sue componenti, come mostrano i risultati raggiunti con le opere eseguite dagli anni ’90 in poi – fra tutte, Culbianco del 1998, Kamaleo del 2005, Naturalia del 2008, Vento d’Ostro del 2012. Le pennellate restituiscono un’atmosfera silenziosa ed avvolta nell’atemporalità, dove ogni luogo si riempie del bagaglio emotivo dell’osservatore. Dal 2001 Tamer sperimenta la tecnica ad acquerello, ed ancora, quella dry brush: con quest’ultima, in particolare, predilige un pennello fine, dal colore intenso e quasi privo di acqua, dietro l’esempio dell’arte figurativa americana del ‘900, e produce opere di maggiore freschezza ed immediatezza. Gli ultimi lavori lo vedono alle prese con la tecnica ad olio, come nelle monumentali tele Lupa ed Elefante, ed in quella dal formato più ridotto del Martin pescatore.
L’uomo risulta escluso dalle immagini di Tamer, ma resta parte integrante del mondo rappresentato in tutte le opere con cui entra in contatto.
La mostra proseguirà fino al prossimo 25 settembre 2016.
Box informazioni: www.muse.it.
Clara Agostini