Menecmi nella riscrittura di Tato Russo Lo specchio, l’identità

slide-menecmiUn grande classico della commedia classica in scena al Teatro Parioli, Menecmi di Plauto nell’interpretazione di Tato Russo. Al di là dei giochi di parole, si tratta dell’opera forse più rappresentativa del poeta latino. Certo non la migliore, si fanno preferire per inventiva e lingua opere come Miles gloriosus e Amphitruo, ma la storia dei gemelli è praticamente la capostipite di tutte le “commedie degli equivoci”. La trama è semplice quanto geniale. Menecmo ha un fratello in tutto e per tutto uguale a lui che si chiama, anche lui, Menecmo. Non si conoscono tra loro perché separati da piccoli, uno è un ricco e importante avvocato, l’altro vive di espedienti. Un giorno quest’ultimo capita nella stessa città del primo, innescando una serie di situazioni paradossali e comiche basate sullo scambio tra i due. La vita del Menecmo fortunato, infatti, è intricata e complessa. Egli ha una moglie, un’amante e un parassita, di nome Spazzola, che riesce a mantenere in equilibrio fino all’arrivo del fratello perduto che scombinerà profondamente il sottile bilanciamento della sua esistenza. Si tratta di una delle commedie più complesse di Plauto, che ha una approfondimento e una riflessività inusuali per il poeta di Sarsina. I personaggi sono scandagliati nella loro psiche e nel loro carattere in maniera molto più efficace che nella media delle commedie plautine, con una capacità di caratterizzazione molto più evidente. Non è un caso, forse, che sia una dei pochi lavori di Plauto in cui non sia protagonista uno schiavo. Si tratta di tematiche universali che si ritrovano, nel corso dei secoli, in tutte le opere comiche che abbiano come fondamento lo scambio d’identità e l’equivoco. Molto suggestiva e piacevole la messa in scena di Russo, che ha saputo far coesistere la necessità di modernizzare il modello antico e la precisione filologica. Molto interessante, per esempio, la scelta di conservare il prologo con la personificazione della teatro, che presenta il tema e introduce lo spettatore alla commedia dialogando con lui e si ripresenta, poi, alla fine quando deve spiegare l’accaduto e l’intrico dei fatti che è si è svolto sotto gli occhi del pubblico. In particolar modo, è notevole come gli inserti conservino la doppia funzione esplicativa e metateatrale, cioè di riflessione letteraria sul teatro stesso. Nella stessa direzione si può leggere la scena inserita a cavallo tra i due atti, con i personaggi femminili che si spogliano prima della maschera e poi degli abiti, a simboleggiare il desiderio del teatro stesso di spogliarsi degli infingimenti. Ancora, decisamente azzeccata l’idea di inserire parti cantate e ballate, con l’intenzione tato-menecmi-3di ricordare l’importanza della musica nel teatro antico. Non va infatti dimenticato che la grandezza di Plauto era la sua capacità di gestire quei numeri innumeri, che rappresentavano l’armatura sintattica dei suoi versi fatta di musica e danza. Un aspetto che non è possibile oggi recuperare o riproporre, ma che l’idea di Russo ha in un certo senso surrogato in maniera perfetta. Infine, altro elemento notevole, la bravura di Russo nel ricostruire la verve linguistica plautina, la capacità di creare un ritmo serrato che risucchi lo spettatore nel gorgo dell’azione, che era la vera forza della comicità classica, di cui Plauto era maestro. La scelta del dialetto napoletano va letta sicuramente in questo senso. Straordinaria, poi, l’interpretazione di Russo, in uno dei ruoli più articolati della storia del teatro, perché doppio, complesso, rutilante e incredibilmente approfondito per essere un personaggio plautino. Il tutto accompagnato da una schiera di attori eccezionali, adattati alla perfezione ai ruoli interpretati. Colpisce ancora il grande poeta latino, in una messa in scena davvero azzeccata e divertente che può piacere sia agli addetti ai lavori, che al pubblico neofita.  

 

Box informazioni:

 

Menecmi nella riscrittura di Tato Russo

da Plauto e Shakespeare

scene Tony Di Ronza

costumi Giusi Giustino

musiche Zeno Craig

regia Livio Galassi

Teatro Parioli Peppino De Filippo – via Giosuè Borsi, 20 Roma

dal 6 al 16 febbraio 2013

info:  06.807.30.40 – botteghino@teatropariolipeppinodefilippo.it

 

 

Patrizio Pitzalis

 

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