Mantova, Palazzo Ducale.Atrio degli Arcieri

Mantegna-camera-1-aperturaL’attesa è praticamente finita, a conclusione dei lavori di consolidamento strutturale e miglioramento sismico delle architetture della torre Nord-Est e locali attigui riaprirà al pubblico il 3 aprile 2015 il percorso museale del Castello di San Giorgio di Mantova che include la visita all’illustre Camera degli Sposi. In questa occasione sarà anche presentato il nuovo allestimento degli ambienti del Castello che ora sarà ulteriormente valorizzato da straordinari pezzi della collezione dell’imprenditore Romano Freddi, nota a livello internazionale, frutto di un accordo con la Soprintendenza. Si tratta di un patrimonio, che concerne in gran parte l’eredità delle collezioni gonzaghesche, costituito da dipinti, bronzetti, maioliche, armi, arredi e manufatti che raccontano la poliedrica cultura della corte mantovana, magnificente anche negli aspetti più quotidiani della vita di corte. Sono beni recuperati con grande caparbietà dal collezionista mantovano durante tutta la sua esistenza e pertanto omogenei e pertinenti alle stanze del Castello di San Giorgio che contribuirà ad arricchire. Questo evento dal 3 aprile al 31 agosto 2015 è amplificato dalla esposizione di una selezione di opere che, pur non essendo parte del comodato d’uso, sono prestate al Castello di San Giorgio e che con ceramiche del Museo di Palazzo Ducale vanno a costituire una mostra del collezionismo mantovano.

 

«Siamo felici di aver dato il giusto valore a tutto il castello – evidenzia la sovrintendente Giovanna Paolozzi Strozzi – uno spazio che di fatto cessa di essere solo un mero contenitore della Camera Picta. L’idea era di valorizzare tutto l’edificio che ha sì nella Camera degli Sposi il suo straordinario “vessillo” ma ha anche altro da mostrare. Per questo – aggiunge – abbiamo voluto dare la giusta importanza al maniero creando, grazie anche alla generosità e alla collaborazione dell’imprenditore Romano Freddi, un museo a sè stante». Un’operazione – come evidenzia la sovrintendente – che punta a ridare la giusta visibilità al Castello di San Giorgio.

 

Venerdì 13 febbraio nell’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale a Mantova, la Soprintendente Giovanna Paolozzi Strozzi, presenterà nel dettaglio gli eventi legati alla riapertura. Interverranno alla conferenza Romano Freddi, Antonio Giovanni Mazzeri – Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia, Fabrizio D’Amato – responsabile dell’Ufficio Tecnico del Museo di Palazzo Ducale, Renata Casarin – responsabile della Comunicazione del Museo di Palazzo Ducale.Ricordiamo che la camera degli Sposi fu chiusa a seguito del terremoto nel maggio 2012.Dopo la breve riapertura dal luglio ad ottobre 2014, riaprirà al pubblico definitivamente nel weekend di Pasqua.La Camera degli Sposi si compone di una serie di bellissimi affreschi realizzati dal padovano Mantegna tra il 1465 e il 1474 durante il periodo in cui operò alla corte dei Gonzaga, dopo la morte di Pisanello.L’artista si formò a Padova nella bottega di Francesco Squarcione, appassionato di archeologia, e apprese i segreti del  Rinascimento fiorentino attraverso la conoscenza di Giotto e Donatello.A Padova egli realizzò un ciclo di affreschi per la Cappella Ovetari, andata distrutta durante i bombardamenti del 1944. con quest’opera iniziò l uso della prospettiva, ricorrente nella pittura rinascimentale da Leonardo in poi, divenuta fondamentale per la pittura barocca, al fine di dilatare lo spazio e creare un effetto illusorio. Su questo effetto ‘illusionistico’ si concentra l’originalità pittorica di Mantegna, visibile soprattutto nel suo capolavoro,  La Camera degli Sposi, appunto.Il ciclo di affreschi fu realizzato per celebrare la Corte di Ludovico Gonzaga  (secondo marchese di Mantova dal 1444 al 1478), Principe di Mantova e mecenate, a capo di un piccolo regno del quale fu abile e lungimirante condottiero, capace di stringere strategiche e potenti alleanze.Sul soffitto della Camera degli Sposi Mantegna simula un’apertura nel soffitto  detto Oculo, che ricorda la cupola del Pantheon. Meno solenne, anzi si può dire  e definire enigmatico, sorprendente e giocoso. Soprattutto affascinante e originale è la scena creata, con personaggi femminili, putti alati e addirittura un pavone. Un grosso vaso, un mastello con piante di agrumi è posto in bilico come se stesse per cadere…i personaggi dipinti si affacciano curiosi e quasi divertiti, l’affresco ha un effetto inedito e particolare, simbolico ed innovativo soprattutto per l’epoca.Le immagini dipinte sulle pareti sono di tutt’altro tenore, ufficiali e celebrative della corte anche se compare comunque l’effetto illusionistico dei tendaggi. Una scena descrive il Marchese seduto, accanto a moglie e figli mentre parla con il segretario, dove trionfano abiti sfarzosi e decorazioni dorate. (A descrivere la potenza e la ricchezza della famiglia).Nella parete ovest della Camera è invece rappresentato l’incontro tra Ludovico Gonzaga ed il figlio Francesco divenuto Cardinale, in un luogo fuori città con un paesaggio di sfondo che si presume di colli romani, forse a sottolineare il crescente potere della Famiglia.L’opera era quindi destinata a Camera nuziale ufficiale, dove vi era un grande letto che fungeva però anche da ‘lectum paramenti’, ovvero luogo ove si svolgevano cerimonie, venivano siglati importanti affari di governo e avvenivano le vestizioni ufficiali.Essa è anticipazione e perfetta espressione del Rinascimento maturo, ed è considerata dai critici e dagli studiosi d’arte una delle ‘camere’ più belle del mondo.Ma come la Sopraintendente Giovanna Paolozzi Strozzi tiene a sottolineare, la conferenza vuole esse soprattutto la presentazione di un nuovo progetto che mette in evidenza non solo la ritrovata bellezza della camera degli Sposi ma di tutto il Palazzo Ducale e degli spazi esterni, a cominciare da Piazza Castello che non sarà più mero parcheggio di auto bensì il salotto che introdurrà l’itinerario Tra le idee in cantiere anche il recupero del lato lungo della piazza oggi dismesso, che si dovrebbe realizzare in collaborazione con Slow Food e la Sovrintendenza. Obiettivo: creare un’accademia del gusto dopo il restauro del corpo di fabbrica che si estende su tre piani per un totale di circa 3000 mq.Ci si attende grande affluenza ma, soprattutto, la gioia di vedere risorta a luce più fasta una parte della storia della città.

 

 

Grazia Manna

 

 

 

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